Quando le donne “fanno impresa”: l’A.I.M.A Napoli Onlus
“L’Alzheimer questa Malattia che non riesci ad imbrigliare, un invasore che, quando credi di aver trovato il filo sottile per avvolgere la matassa, ti sfugge dalle mani; come un gatto che scappa sui tetti…”
Mi piacerebbe raccontarvi una virtuosa storia napoletana; una storia tutta al femminile, non per scelta ma per caso, se possiamo considerare un caso la solidarietà che si esprime quasi sempre al femminile e che trova sempre le donne in prima linea.
Una storia che unisce una malattia come l’Alzheimer, con una realtà complessa e carente come quella dell’organizzazione dei Servizi Sociosanitari in Campania e un gruppo di donne (sociologhe, assistenti sociali, psicologhe, counsellor etc…) temerarie e testarde che si sono poste a disposizione delle Famiglie e dei Caregivers della Campania per combattere quella che definita “Malattia del Secolo” ed “Epidemia silente del Terzo Millennio”. Una malattia che “distrugge la Mente delle persone ed il Cuore delle Famiglie” la cui seconda vittima, il Caregiver, o meglio definita come “colui o colei che si prende cura” è sempre più spesso una donna, a conferma della tradizionale centralità delle figure femminili nella gestione dei processi di cura.
Nel 2000, a Napoli, nasce il progetto “AIMA…AMIAMOCI”. Trattasi di progetto nato all’alba della riforma dello Stato Sociale, che prevedeva l’ingresso in campo di un ulteriore attore: le organizzazioni senza fine di lucro per la programmazione e gestione delle attività in favore delle fasce più deboli, al fine della realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali, attraverso la collaborazione tra lo Stato, le Regioni, i Comuni ed, appunto, le Associazioni Onlus. Una riforma, quest’ultima, che ha preso consapevolezza dalla crisi del Welfare State e dalla necessità di aprire nuovi spazi per le aziende no-profit in direzione di un passaggio dalla Sanità alla Salute, da un Welfare State ad un Welfare Community, da uno Stato che distribuisce assistenza dal vertice della piramide ad una Comunità intera che, dalla base, vi concorre e ne assume la responsabilità per dare risposte in termini di Salute e benessere. In particolare, per reagire in maniera sempre più appropriata al crescente invecchiamento della popolazione, al consequenziale aumento della cronicità ed alla non adeguatezza della medicina tradizionale, non più sufficiente a rispondere a bisogni sempre più complessi, sono stati introdotti, con l’ausilio di nuove professionalità sociali, interventi più “leggeri e flessibili”; il tutto in una prospettiva di Welfare mix, in cuil’associazionismo ed il terzo settore svolgono un ruolo politico che punta soprattutto all’innovazione e alla promozione di politiche sociali sempre più attente ai soggetti deboli. Ed è sulla base di tale progetto che nasce, sempre nel 2000, l’Associazione A.I.M.A. Napoli ONLUS, intesa come Ascolto, Accoglienza, Accompagnamento, Assistenza, Amore.
Un’associazione presieduta dalla dott.ssa Caterina Musella, Dirigente Sociologo presso il Servizio di Umanizzazione dell’ASL Napoli 1, frutto del comune intento, da parte di un gruppo di professioniste, di aiutare la Persona affetta da Alzheimer e sostenere la Famiglia di quest’ultima nell’esercizio del “care”, con l’obiettivo ultimo di migliorarne la qualità della vita. L’approccio umanistico di tale associazione tiene conto di strategie innovative, sia nel riconoscere i bisogni di salute, sia nel definire ed implementare percorsi volti, ad un tempo, a tutelare la Persona Fragile ed a fornire formazione ai cd. Caregivers, supportandoli nella gestione della Malattia. Tra le forme di sostegno innovative, troviamo: la terapia narrativa, i laboratori emozionali, i laboratori di musicArteterapia e di stimolazione cognitiva, i gruppi di Auto Mutuo Aiuto, l’Alzheimer Cafè, la pet-therapy e tutte quelle iniziative “leggere” che favoriscono la socializzazione e sostengono la domiciliarità.
La solidarietà, il lavoro, la dedizione, l’abnegazione, la capacità di fare rete e impresa sociale, la capacità di lavorare insieme e tutto quello di cui le donne sono capaci, hanno prodotto un Progetto che è l’anima di questa Associazione e ne racchiude la sua Mission. In tale ottica, l’AIMA Napoli ha lavorato, negli anni, affinchè si costruisse una Rete con gli altri attori/enti presenti sul territorio, al fine di superare l’individualismo e l’assolutismo di ciascun partner. Con il tempo tale orientamento basato su un modello sussidiario, che ha visto il consenso politico attorno agli obiettivi prefissati ed uno scambio di risorse e servizi per il perseguimento degli stessi, si è andato delineando sempre più quale sistema integrato, efficiente e sostenibile da un punto di vista economico, laddove vi è stata una maggiore attenzione nei nostri confronti da parte di Enti ed Istituzioni pubbliche/private. I servizi di interesse sociale, erogati su base privata da enti senza fini di lucro, stanno diventando un valido strumento di innovazione delle politiche pubbliche, dando un grosso contributo all’innesco di meccanismi virtuosi di risparmio della spesa pubblica e di innalzamento della qualità dei servizi.
Restano tante le difficoltà da affrontare, dai finanziamenti pubblici a pioggia, alla mancanza di voucher sociali, dall’assenza di continuità dei progetti alla richiesta di rendicontazione farraginosa a danno di una maggiore efficienza ed efficacia degli interventi. Ciononostante l’AIMA Napoli, che vanta, ad oggi, l’apertura di quattro Case di assistenza situate a Napoli, a Bacoli, a Portici ed a Battipaglia, porta avanti il suo principale obiettivo: quello di donare assistenza e solidarietà alle fasce deboli della cittadinanza, sviluppando centri Aima di eccellenza, punti di riferimento del territorio in tema di Alzheimer e demenze correlate.
Noi non ci arrendiamo.
Anna Nuzzo