Le radici storiche del Museo del Mare di Napoli in un contesto proiettato nel futuro
Il nucleo iniziale del Museo del Mare risale al 1904, anno in cui il Regio Istituto Nautico, acquistata la piena autonomia scolastica, si staccò dall’Istituto Nautico e per Geometri “Della Porta” in Via Foria e ottenne una sede propria nello storico edificio di via Tarsia. L’Istituto, erede della prima scuola nautica sorta in Europa nel 1648 ad opera del nobile Scipione Cosso, fu in età borbonica il fulcro degli studi teorici e pratici della marina del Regno.
Un annuario del 1910 del Regio Istituto Nautico “Luigi di Savoia – Duca degli Abruzzi” di Napoli riporta: “Nel primo piano superiore, vi è un loggiato interno e la parte che guarda il cortile ha il gabinetto-museo di costruzioni navali” e ne riporta il catalogo.
Un secondo annuario del 1930 accenna ancora ad un gabinetto-museo di meccanica e architettura navale e al gabinetto Museo di Arte Navale.
Oggi, nella sede di Bagnoli,l’Istituto Tecnico Nautico “Duca degli Abruzzi”, dotato di apparecchiature d’avanguardia, assolve ancora la sua funzione nella formazione di abili tecnici e di personale esperto nell’arte della navigazione e della conduzione di macchine marine ma nello stesso tempo svolge il compito di tutela della memoria di sé, ospitando dal 1992 nei suoi locali, su una superficie di ca. 600 mq., un Museo del Mare, i cui materiali sono preziosissimi per ricostruire un segmento di storia dell’arte della navigazione in Italia.
Nel 1994 il Museo cambiò lo status giuridico: da Laboratorio della Scuola si aprì al Territorio e si trasformò, dotandosi di struttura e spazi propri, in Museo riconosciuto dal Ministero del Turismo che lo censì e fece parte dell’Associazione dei Musei del Mare dei paesi del Mediterraneo.
Nel dicembre 2007 si è ottenuto che il Museo del Mare fosse riconosciuto come Museo di interesse regionale fù costituita la Fondazione Thetys Museo del Mare di Napoli aperta alle istituzioni ed al mondo dell’impresa per avere una gestione del Museo autonoma rispetto all’Istituzione scolastica.
Tutto questo ha un ritorno d’immagine sulla Scuola, su chi ha avuto la lungimiranza di ovviare ad una lacuna dei musei scientifici di Napoli ed ha messo in giuoco, rendendolo fruibile a tutta la Città, il suo prezioso patrimonio a vantaggio della comunità civile e di quella scientifica.
Il museo appassiona tutti i suoi ospiti. Ad esempio, i bambini osservano le cose di mare da un angolo diverso dal giuoco, i ragazzi fantasticano di viaggi e terre lontane, gli adulti ritrovano il loro passato se marinai o la storia della marineria della Campania.
Per tutti, tuttora, vale quanto sta scritto nel Benvenuto al Museo:
“La conoscenza è un’avventura dello spirito che può essere vissuta da chi è ben disposto a cercarla soprattutto tra i libri o in un museo.
In un museo come questo, ognuno può dare ali alla fantasia ed entrare nell’immenso universo del mare; poiché il mare è la più antica fonte di vita, è un orizzonte esteso sul mistero, è una porta aperta sui sogni che si concretizzano sull’acqua.
Gli oggetti che esso contiene si animano e per incanto l’avventuroso diventa Capitan Nemo, il navigatore Colombo, il pescatore Achab, il bambino Peter Pan, il concreto ingegnere e gli ospiti di questo museo diventano tutti Capitani.”
Un Museo nasce quando c’è:
1. un patrimonio materiale da conservare e valorizzare
2. un patrimonio immateriale costituito dalla cultura di un territorio da preservare dall’oblio o da riscoprire
Il Museo del Mare ha fatto tutto ciò ed è punto di riferimento per il territorio e per i suoi ospiti. Il patrimonio che si è riusciti a raccogliere e valorizzare ha un assoluto valore scientifico.
La priorità del Museo e stata la conservazione del patrimonio la visibilità la si è cercata realizzando molteplici eventi, curando collegamenti con altre istituzioni locali, con piccole sponsorizzazioni e tanto impegno.
Dal 2007 ad oggi il Museo ha prodotto numerose iniziative di successo che hanno posto in risalto la sua vitalità e la sua visibilità è diventata via via più concreta. (Catalogo, Atti del convegno).
Ora ci rendiamo conto di aver centrato questi obiettivi e di essere un soggetto presente nella vita cittadina.
Il progetto di un più grande il Museo del Mare e dell’Emigrazione della Città che raccogliesse tutte le testimonianze disperse nella città, purtroppo, non è mai passato dalle parole ai fatti, dalla fase progettuale alla realizzazione.
Molteplici iniziative di successo sono state messe in atto per avere una legittimazione sociale, una reputazione consolidata e per raggiungere un positivo bilancio sociale basato sul consenso da parte degli operatori culturali e della cittadinanza in generale. La produzione e l’offerta di servizi culturali di qualità che il Museo ha fornito al territorio, hanno raggiunto l’obiettivo previsto.
Un rapporto nuovo tra pubblico-privato-privato sociale (es.: Fondazione Thetys – Museo del Mare, Associazione Amici del Musei del Mare), anche con formule gestionali innovative e con l’uso appropriato delle nuove tecnologie della comunicazione, ha portato al coinvolgimento degli abitanti del luogo nella tutela, fruizione e valorizzazione del Museo del Mare, nonché alla partecipazione di stakeholders a progetti specifici (Progetto memoria).
È in estrema sintesi un Museo all’altezza delle tradizioni.
Antonio Mussari