Tammorre pellegrine in canto e ballo nei santuari mariani
– La pietas invoca soccorso contro la pandemia –
Mi giunge notizia che, per iniziativa delle Paranze di noti Maestri delle Tammuriate e di Associazioni che tutelano i culti mariani in Campania, dal 14 agosto al 13 settembre 2020, si muoverà un pellegrinaggio d’arte che toccherà sette santuari campani dedicati alla Madre di Dio. Trovo lodevole l’iniziativa, anche perché conosco fede e valentìa dei cantatori che vi partecipano e la fama delle loro esibizioni, in gruppi di danze e canti popolari, notissime anche all’estero. Le nostre terre hanno da sempre affidato la loro esistenza alla devozione del sacro e in quel valore giustificato anche quella che noi oggi riconosciamo rassegnazione alla dura fatica quotidiana. Dall’atto di fede alla rettitudine il passo era breve; l’amore di terra natìa e le problematiche sociali trovavano momenti di conciliazione: si rispettavano le stagioni nella loro ciclicità e la vita si conformava ad un’ideale volontà superiore, che impegnava ad agire responsabilmente. Ai Santuari si andava in pellegrinaggio: il canto di fede precisava che non si dovevano confondere le feste con la cerimonialità devozionale. I pellegrini si proponevano per un atto di purificazione, si concentravano nella preghiera individuale e, inoltre, nessuna voce si asteneva da quella collettiva, corale. Si tornava, poi, a casa, affermando nel canto che sicuramente la volontà divina avrebbe concesso infinite grazie. Nel nostro tempo, per fortuna, ancora tanto resta di quella sacralità cerimoniale che diventa un inciampo per il culto cattolico, perché mal tollera la commistione tra persistenze pagane e problematiche teologiche che, purtroppo, non suscitano la dovuta attenzione nella secolarizzazione in atto. La pandemia che continua a regolare le nostre possibilità di movimento, e soprattutto quelle aggregative, non ha avuto, specialmente nei momenti di massima agitazione e di motivassimo terrore, un riferimento puntuale nei luoghi di culto verso i quali il popolo implorante, nel passato, rivolgeva lenti passi di meditazione, pentimento e voci di litanie imploranti il soccorso dei santi protettori. Non è mancata la voce vaticana, ma si è confusa tra quelle contrastanti degli opinionisti di turno, che certamente non hanno ottenuto risultati adeguati: la confusione imposta dal virus coronato ha regnato incontrastata. Ci siamo assuefatti all’indifferenza, nella nostra terra un tempo sacra ai santi ed agli eroi, a tal punto che non si è avvertito a gran voce il bisogno collettivo di un ricorso all’aiuto celeste. I divieti di assembramento hanno contrastato le cerimonialità rituali. Anche i laici di chiara posizione non hanno potuto fare a meno di notare che i custodi ed i praticanti di religioni, in cui persistono, da secoli, inseparate le ragioni della politica e quelle della religione, abbiamo avuto buon gioco nell’affermare i loro privilegi. Hanno ritenendo, infatti, addirittura offensive le presenze di simboli cristiano – cattolici nei luoghi deputati all’educazione scolastica e in quelli in cui si svolgono rapporti di civica utilità. Eppure nel nostro tempo dell’omologazione e dell’indifferenziato, nei processi sempre più velocizzati dei meccanismi dai quali dipendiamo, poche voci si sono levate in difesa della dignità di vivere, nell’evidenza di quarantene forzate, mentre si velocizzavano i ritmi delle macchine alle quali ormai apparteniamo e che escludono dal lavoro produttivo la massa crescente dei disoccupati. È impressionante la contraddizione della lentezza che persiste, dell’ignoranza che sfocia nel fanatismo, del dramma dell’esclusione dal lavoro e il privilegio di pochi eletti che vanno verso dove si accelera la produttività. Sono tempi nuovi quelli che stiamo affrontando e non sono ipotizzabili mete da raggiungere, mentre siamo travolti da accellerate evoluzioni metamorfiche. Perché ai cultori della ragione ed ai fedeli del dubbio appare interessante il pellegrinaggio dei maestri della Tammorra verso i Santuari mariani della Campania? Ci sembra giusto che la sfiducia negli uomini porti il discorso di fede, sbiadito quanto si voglia, verso la tradizionale protezione alla quale già si affidavano i nostri padri. Chiamatela resistenza o, se più vi piace, resilienza, ma si tratta di ritrovare una qualità dell’esserci e dell’appartenerci: proviamo anche con Dio, poi si vedrà. Non è questa la sede per ricordare che nelle nostre città ogni aggregato di popolo straniero, che si rifugia in fuga dalla patria, per prima cosa ritrova l’unità in rinnovati luoghi di culto e questo è un argomento che sarà da noi approfondito. Intanto, i nostri formidabili cultori della tradizione, i cantatori della Tammorra del culto mariano, secondo il programma si muoveranno, dalla notte del 14 agosto, dal Santuario di Materdomini, Nocera Superiore (SA). Questo luogo di culto custodisce un’immagine di Maria, Madre di Dio, scoperta da alcuni contadini prima dell’anno mille. La basilica di Materdomini è stato un frequentatissimo luogo di culto, ricco di reliquie preziose, di un coro ligneo e di un organo maestoso. Le tammorre saranno presenti, dall’alba al tramonto del 16 agosto, presso il Santuario della Madonna dell’Arco, luogo di innumerevoli miracoli dove, fuori dalle narrazioni tradizionali, si celebra Maria, Arca Santa, nel cui ventre si rinnova l’alleanza tra Dio e l’uomo con il sacrificio di Cristo. Il 20 agosto i pellegrini si fermeranno a Santa Maria a Castello, Somma Vesuviana (NA). La fede popolare riconosce come suo Santuario questo luogo di culto in cui la Vergine è onorata come Mamma Schiavona. Il Santuario della Madonna dei Bagni, a Scafati (SA), accoglierà, il 30 agosto, per tutta la giornata, le tammorre pellegrine che offriranno la loro arte a Maria, raffigurata col Bambino che, sollecito, si allontana dalle sue ginocchia per soccorrere i fedeli. Sarà poi raggiunto a Maiori (SA), il primo settembre, il Santuario della Madonna Avvocata, che spicca sul Monte Falerzio. Si vuole che Maria volle in quel luogo un piccolo altare, con la promessa di essere l’Avvocata dei suoi fedeli: avrebbe sostenuto le loro ragioni di fronte al giudizio di Cristo che è Dio. Sarà poi visitato, il 5 settembre, il Santuario della Madonna delle galline, a Pagani (SA). Furono, infatti, alcune galline che, razzolando, portarono alla luce una tavola lignea rappresentante la Madonna del Carmine, festegiatissima dai fedeli non solo del territorio. Il pellegrinaggio mariano, agosto – settembre 2020, si concluderà nei giorni 8 e 13 presso il Santuario di Montevergine, Ospedaletto d’Alpinolo (AV). Questo santuario è il più amato dell’Italia meridionale e accoglierà la preghiera per liberare il popolo dal pericolo della pandemia ed il devoto ringraziamento, perché i fedeli sono certi che non mancheranno le sospirate grazie. Abbiamo toccato un argomento che ha sacre radici e di cui non vogliamo che si perdano storia e tradizioni. I culti popolari vanno custoditi come riferimento essenziale in un mondo che sottrae dignità alle religioni che già ebbero il pregio d’essere nazionali, mentre si radicano culti di intolleranza che non accettano né dialogo né confronto.