Ritorna l’educazione civica a scuola: l’importanza del suo insegnamento
L’educazione civica torna a scuola: la legge n. 92 del 20 agosto 2019 introduce l’insegnamento, in via trasversale, di tale disciplinanei programmi della scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado. Come sancito dall’art. 2, a fondamento dell’insegnamento dell’educazione civica è posta la conoscenza della Costituzione italiana: in tal senso gli alunni, sin dalla scuola dell’infanzia, dovranno essere introdotti alla comprensione dei principi fondanti la cultura democratica del nostro paese, al fine di “sviluppare competenze ispirate ai valori della responsabilità, della legalità, della partecipazione e della solidarietà”.
Nel leggere il testo normativo della legge è, però, possibile riscontrare come l’insegnamento dell’educazione civica sia andato a sostituire quello precedente di “Cittadinanza e costituzione” differenziandosi da quest’ultimo per unadiversa impostazione della disciplina e per l’arricchimento dello stesso con alcuni punti prima non previsti. A tal proposito, l’art. n. 5 della detta legge prevede l’introduzione dell’educazione alla cittadinanza digitale, di fondamentale importanza per i giovani d’oggi che, sempre più, necessitano di essere informati e responsabilizzati nell’affrontare il mondo virtuale, nei suoi aspetti positivi e negativi, oltre che pericolosi.
Una novità, questa, di estrema importanza, che pone l’attenzione su una tematica fortemente attuale: quella di acquisire le abilità e le conoscenze informatico – digitali tali da permettere ai giovani di sapersi orientare nel web sviluppando un senso critico rispetto ai contenuti in esso presenti, utilizzando lo strumento tecnologico e le varie forme di comunicazione digitali come opportunità di crescita personale e di cittadinanza partecipativa, nel rispetto delle norme comportamentali, con la consapevolezza di quanto le tecnologie digitali, se mal utilizzate, possono influire sul benessere psicofisico di ogni persona.
Senza dubbio, si tratta di una scelta rispondente alla necessità di aiutare i nostri giovani, in una società sempre più liquida, fatta di comunicazione rapida e superficiale, di mancanza concreta di confronto e di reale conoscenza della propria identità culturale, a sviluppare una maturità nel saper gestire, in modo costruttivo, positivo e rispettoso di sé e dell’altro, una “realtà parallela” che sempre più ingloba e che, allo stesso tempo, rappresenta un rischio imminente nel proprio quotidiano.
Inoltre, tra i vari traguardi previsti per lo sviluppo delle competenze di educazione civica, compare, all’art. 3, un focus sul tema, anch’esso fortemente attuale, dell’educazione ambientale declinato, in particolare, nello studio dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, adottata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 25 settembre 2015. Anche in questo caso, l’insegnamento all’educazione civica si presenta in via trasversale, al fine di promuovere una formazione alla cittadinanza attiva volta a rafforzare il rispetto nei confronti delle persone, degli animali e della natura, in un’ottica di cultura della salute e del benessere.
Alla luce di quanto analizzato, è dunque evidente quanto sia di vitale importanza il ritorno dell’educazione civica tra i banchi di scuola. Occorre formare una generazione che abbia conoscenza delle proprie radici storiche, insistendo sulla conoscenza della Carta costituzionale italiana e delle leggi basilari del proprio Paese e di quelli europei.
Occorre promuovere i principi di legalità, di cittadinanza digitale, di sostenibilità ambientale, di diritto alla salute e al benessere della persona. Occorre far sì che i giovani tornino a sentire un senso civico, riscoprendo un sentire comune e d’appartenenza. Occorre lavorare, tutti, alla formazione di nuove generazioni consapevoli della propria memoria storica e proiettati a vivere il proprio futuro nel rispetto di sé, degli gli altri e di quanto li circonda.
14 Settembre 2020