I ragazzi della Polisportiva Pro Cangiani incontrano virtualmente il capitano della nazionale di basket Luigi Datome
Intervistiamo Fabrizio De Simone, uno dei coach della Polisportiva Pro Cangiani che, insieme ai suoi colleghi allenatori e all’intero staff della società, lavora alla formazione di giovani dai 5 ai 20 anni ed all’inserimento sociale degli stessi, attraverso lo sport della pallacanestro.
Nell’ambito della pandemia da Covid-19, la Pro Cangiani ha organizzato degli incontri in videoconferenza, al fine di mantenere un concreto contatto con i ragazzi e continuare a stimolare in loro l’interesse per il mondo della pallacanestro.
I ragazzi hanno incontrato il capitano della nazionale di basket, Luigi Datome, e le giocatrici di livello nazionale della pallacanestro femminile, Chiara Pastore, Giorgia Sottana e Ilaria Zanoni.
In questa intervista ci soffermeremo col coach De Simone sull’incontro tenuto dalla Polisportiva con il capitano della nazionale di basket Luigi Datome.
Nella impossibilità, dovuta alla pandemia, di praticare lo sport dal vivo come funziona la didattica a distanza nel basket?
Già dal primo lockdown ci siamo trovati, come società, nell’esigenza di continuare a seguire i ragazzi, impauriti dall’anomala situazione creatasi e da tutti i disagi che ne sono conseguiti. La loro quotidianità, fatta di scuola e di allenamenti, è stata alterata. Il nostro staff si è, dunque, chiesto come riuscire a mantenere quell’equilibrio creatosi con i nostri giovani amanti dello sport.
La nostra proposta formativa si è incentrata sull’organizzare meeting con i ragazzi per mantenerli in attività, al fine di non perdere tutto il lavoro psico-fisico svolto nei mesi precedenti.
Altri incontri hanno avuto ad oggetto l’analisi dei gesti tecnici eseguiti da giocatori di alto livello per migliorare la qualità del gioco.
Ed infine abbiamo fatto una sorpresa ai ragazzi organizzando un incontro con il capitano della nazionale di basket Luigi Datome.
Com’è stato l’incontro virtuale con il capitano?
Abbiamo fatto, inizialmente, un sondaggio domandando ai ragazzi che cosa avrebbero chiesto al capitano qualora avessero potuto incontrarlo. La partecipazione dei ragazzi è stata molto attiva e propositiva con circa 50 domande tra di loro molto variegate. I ragazzi, ovviamente, non sapevano che avrebbero realmente incontrato il capitano ed infatti, nel vederlo in video conferenza, lo stupore è stato immenso. È stata una piacevole esperienza, soprattutto grazie alla disponibilità del capitano che ha risposto con grande entusiasmo a tutte le domande, mettendo a proprio agio i ragazzi. Da allenatore ho quasi avuto la sensazione che Datome ed i ragazzi si conoscessero da sempre, talmente era alta la loro confidenza. La maturità dei ragazzi ha portato loro a fare delle domande che esulassero dall’ambito sportivo, trattando temi più profondi come la fiducia in se stessi e la propria crescita personale.
Cosa ha risposto il capitano Datome in merito alla fiducia in se stessi nello sport ed in particolare nel basket?
La risposta di Datome è stata duplice. In primo luogo ha affermato che per avere fiducia in se stessi ci deve essere un certo tipo di lavoro dietro a quello che si sta facendo. Se si perde fiducia nell’esecuzione di un gesto tecnico, la soluzione è quella di tuffarsi in palestra per migliorare quel gesto, spendendo ore ed ore di lavoro. In secondo luogo, ha sottolineato quanto sia importante ed influente, per la crescita personale e la correzione dell’errore, l’ambiente di lavoro ed i feedback da parte dello staff e dei compagni.
Sul tema della crescita personale in tempo di Covid-19, qual è stata la risposta del capitano.
L’esempio di Datome con la pallacanestro è esemplare. Il capitano ha suggerito di uscire dal guscio e di fare molteplici esperienze. L’esempio è stato il suo che si è messo in gioco per confrontarsi con il campionato di NBA negli Usa, trovando un mondo completamente diverso dall’Europa ma che lo ha arricchito dal punto di vista agonistico e sociale. Il Covid non deve essere un pretesto per rimanere aggrappati alla propria confort zone perché si perdono tante esperienze che il mondo può offrire.
Il basket a Napoli: un suo pensiero libero.
Nella nostra regione non è facile praticare sport come non è facile giocare a pallacanestro; troppo spesso si sente parlare dei problemi relativi l’assenza delle strutture ma dall’altro lato è nota la nostra arte di arrangiarsi. E se è vero che siamo bravi ad arrangiarci, noi amanti dello sport ed in particolare nella nostra città, con un po’ di inventiva e di creatività possiamo far fronte a numerosi problemi semplicemente andando in palestra e trovando diversi modi per organizzare le attività e far divertire i ragazzi.
28.01.2021