Perché la lingua di Dante continua a parlarci a distanza di 700 anni
Nonostante siano trascorsi sette secoli, oggi il sommo poeta continua ad essere un uomo e uno scrittore di grande attualità. La Commedia di Dante riscosse un immediato successo popolare, fin dai primi decenni successivi alla sua morte.
Dante viene letto nelle scuole, nelle università, ma è presente anche nell’arte, nel teatro, nel cinema, nei fumetti, nei romanzi e nelle canzoni e continua a parlarci ancora oggi, veicolando nel tempo valori che rimangono universali. Le ragioni dell’attualità delle opere di Dante, e in particolare la Commedia, sono molteplici. La portata dell’eco della sua fama va oltre i confini italiani. Dante è un grande classico, uno dei pilastri della letteratura occidentale, al pari di Omero, Virgilio, Platone o come la Bibbia. È uno dei punti di riferimento della letteratura mondiale, se pensiamo a come sia necessario per la tradizione inglese o russa. Nonostante quella di Dante non sia un’opera di agevole fruizione, il mondo artistico e culturale contemporaneo se ne appropria e la rielabora in diversi modi e forme.
Questo è il frutto della straordinaria immaginazione dantesca.
Investito dalla missione di indicare all’umanità la via della rigenerazione e della salvezza, tutto quanto apprenderà nel suo viaggio miracoloso, una volta sulla terra lo ripeterà agli uomini mediante il suo poema, in modo che essi possano vedere la “diritta via” che hanno smarrita. Egli è il terzo mortale a compiere da vivo, per grazia divina, un viaggio nell’oltretomba, dopo Enea, da cui scaturì l’Impero romano e dopo San Paolo che diede i fondamenti alla fede cristiana. È un libro infinito dove «non c’è parola che sia ingiustificata»,come annota lo scrittore argentino Jorge Luis Borges nei suoi Nove saggi danteschi. I debiti nei confronti del poeta fiorentino sono i più disparati: citazioni, riscritture, calchi, parodie, volgarizzazioni. Dante ha dato vita ad un poema così denso di dettagli e d’immagini da potersi scolpire con immediatezza nella memoria dei lettori e la Commedia, in particolare in ambito italiano, è senza dubbio un riferimento condiviso da molti come una sorta di patrimonio collettivo.
Dante assume un’attualità particolarmente significativa nel secolo scorso per le esperienze infernali e apocalittiche che si sono verificate, quali le guerre mondiali, l’olocausto, la bomba atomica; e diventa una sorta di filtro attraverso cui possiamo immaginare e raccontare queste esperienze estreme.
Umberto Eco diceva che l’Inferno dantesco è a noi comprensibile proprio perché l’abbiamo attraversato storicamente, mentre non siamo più in grado di immaginare alcuna sorta di Paradiso. A maggior ragione oggi, dove purtroppo è sotto i nostri occhi lo sgretolamento dell’equilibrio delle biodiversità, dell’ecosistema, della politica, dell’economia, tutto concatenato alla pandemia che ha paralizzato l’intera popolazione mondiale.
Troviamo queste testimonianze e letture di Dante all’interno dell’esperienza come quella del campo di concentramento di Auschwitz, da parte di Primo Levi, che trova Dante come una sorta di paradigma di salvezza, quando racconta, in Se questo è un uomo, come il tentativo di ricordare a memoria passaggi del poema fosse un modo per tenersi in vita durante la prigionia. Il Canto di Ulisse, la celebre terzina «Considerate la vostra semenza:/ fatti non foste a viver come bruti,/ ma per seguir virtute e conoscenza», lo riportò alla consapevolezza del suo essere uomo anche all’interno del Lager. Oppure Pasolini, che riprenderà Dante per attraversare e raccontare l’Inferno del capitalismo avanzato, le società dei consumi in opere come Petrolio e Salò.
Dante anche nella nostra contemporaneità ha dato struttura immaginativa ai cosiddetti mondi intermedi, come il Limbo e il Purgatorio: mondi di sospensione o di trasformazione entrati nell’immaginario collettivo. La visione politica di Dante è fondamentale, quando parla della necessità di separare Stato e Chiesa, contro derive confessionali e religiose come strumento di controllo politico. Dante politico contro ogni forma di fazionalismo, che porta divisioni e violenza, che ritorna periodicamente nella politica moderna; Dante pensatore, critico severo della società italiana contro l’ignavia della vita politica, dove c’è una ricerca ossessiva dell’interesse privato a scapito del bene comune.
Dante è importante come poeta civile e morale: basti pensare a vizi come l’invidia e la superbia che fanno apparire l’altro come nemico e avversario e rinchiudono l’individuo all’interno del risentimento, spirito di vendetta e di rivalsa. Questi sono tutti elementi che si possono ritrovare nell’attualità, dove l’individuale ha troppo spesso un posto di privilegio rispetto al collettivo. Se pensiamo al viaggio verso il Paradiso di Dante pellegrino-personaggio, lo potremmo considerare quale un apprendistato di come si possono costruire comunità, risonanze collettive e corrispondenze affettive, contro le chiusure narcisistiche dell’io che dominano l’inferno, dove gli individui non sono in grado di comunicare tra loro. Il viaggio verso la dimensione paradisiaca è, anche questa, costruzione di “comunità”.
C’è un bellissimo neologismo nel Paradiso «Se io mi intuassi, come tu ti inmii» che esprime bene la corrispondenza affettiva passionale con l’altro, fondamentale per poter costruire il collettivo.
Sono molti gli elementi che ritornano nella lettura contemporanea di Dante, che hanno una rilevanza morale, politica e civile. Il Sommo Poeta ancora oggi rappresenta tutta l’umanità incamminata verso la sua collettiva redenzione, che ha come fine ultimo la salvezza eterna nella città celeste, ma prima ancora la “felicità di questa vita” nella città terrena. Tutto ciò fa comprendere la modernità di Dante e l’interesse che continua ad esercitare nel mondo nonostante siano trascorsi sette secoli di storia e civiltà.
20.02.2021