21 marzo.

Il sole risplende alto nel cielo, si fa largo tra i tortuosi vicoli cittadini e conquista poco a poco lo spazio della notte, vincendo quelle ombre che sembrano ristagnare negli anfratti remoti di quartieri dimenticati.

È il primo giorno di primavera.

E così, come il mondo rinasce dopo il sonno invernale, così la vita viene celebrata insieme al ricordo in occasione della Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, commemorazione annuale che nasce, purtroppo, dal dolore e dalla sofferenza delle famiglie che hanno perso un proprio caro a causa di atti violenti compiuti in ambito mafioso nei quali, erroneamente, sono stati coinvolti. Di anno in anno, dal 1996, il loro ricordo viene celebrato in una città diversa attraverso una manifestazione nella quale, a un certo punto, al cospetto dei familiari, viene letto un quel lungo elenco di nomi.

Nomi, quelli delle vittime innocenti, che risuonano nel silenzio e che fanno male ad ogni sillaba.

Ma la Giornata della Memoria delle vittime innocenti di tutte le mafie non è solo dolore: è anche rinascita, affermazione della vita, la voglia di mostrare e ricordare a se stessi e agli altri che la gran parte della società civile condivide gli stessi valori, gli stessi sentimenti di solidarietà e fratellanza che, talvolta, sembrano opacizzarsi, travolti dalla meschinità di atti così vili e lontani dal vivere civile. E questo messaggio di speranza, questa affermazione di presenza e di lotta, trova sostegno e sostiene, a sua volta, un’altra manifestazione legata allo stesso tema, ovvero la Giornata della Legalità in ricordo di Don Peppe Diana, che si oppose con fermezza alla camorra e che per questo venne assassinato mentre s’incamminava per celebrale la messa.

Oggi Don Peppe Diana è simbolo per eccellenza del contrasto alla camorra e del rifiuto per ogni forma di illegalità e corruzione; il suo ricordo è un punto fermo, un faro di speranza verso il quale puntare per poter costruire una società migliore.

Ed è esattamente questo il punto: la Giornata della Legalità così come quella in ricordo delle Vittime innocenti, sono espressione di tutto quel che c’è di buono nella nostra società, sono insieme punto d’origine e di convergenza di quelle forze vitali che intervengono ogni giorno sul territorio portando luce laddove, prima, sembrava potesse fiorire soltanto l’ombra.

Artisti, letterati, operatori della Cultura ma anche negozianti e imprenditori: una schiera di persone che quotidianamente agiscono sul territorio con la loro opera, ciascuno nel suo piccolo, ciascuno cercando di migliorare lo spazio che è nel proprio raggio d’azione, spesso combattendo metro per metro contro difficoltà e resistenze più disparate. Ostacoli che possono essere superati soltanto grazie all’unione, alla solidarietà, alla consapevolezza del non essere soli e che questo tipo di azioni non sono inutili ma che, anzi, possono avere un successo insperato con un impatto incredibile sulla realtà circostante, riuscendo a cambiare le vite di coloro che, in qualche modo, vengono coinvolti.

Ricordo, quindi, che non solo omaggia l’amore per chi è stato strappato alla vita così ingiustamente, ma che, muovendo proprio da quel dolore, ha la funzione di chiamare a raccolta coloro che rifiutano di arrendersi all’insulto di un’ingiusta viltà, ricordando a tutti noi che non siamo soli, che lo sforzo di ciascuno non cade nel vuoto, che non siamo poi così dissimili gli uni dagli altri perché, ognuno di noi, desidera sopra ogni cosa vivere in un mondo che giusto e in pace con il prossimo.

Si comprende, allora, quanto sia importante celebrare, quanto sia opportuno ricordare, in che modo l’opposizione a tutto quel che c’è di sbagliato intorno a noi sia fondamentale per poter costruire un mondo migliore partendo proprio da qui, da questa città, da queste strade che percorriamo ogni giorno sovrappensiero e ci lasciamo noncuranti alle spalle insieme ai problemi che ad esse appartengono. Ecco, questo: vincere l’indifferenza, respingere l’oblio, comprendere come ogni aspetto del nostro esperire sia indissolubilmente legato a quello degli altri e che, quindi, il male dell’uno è il dolore dell’altro così come le nostre azioni, le migliori, sono i mattoni sui quali si costruirà la felicità di ciascuno, di tutti noi.

Allora, ricordiamolo: ogni forma di illegalità è un attacco al bene comune, alla nostra stessa vita. E se, a volte, l’oscurità ci appare così grande e ricca di insidie, insieme agli altri potremo farcela, potremo diradare le nubi e tornare a respirare, liberi.

È primavera, il sole inonda le strade e il cielo cristallino risplende su di un mare che non conosce confini.

21.03.2021

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