La Reggia di Caserta acquista una camera anossica
I poli museali svolgono da sempre un’attività complessa, volta da un lato alla raccolta e alla conservazione di opere d’arte da sottoporre ad uno studio costante da parte degli esperti e dall’altro sono enti aperti alla fruizione da parte del pubblico. Il Covid-19 ha reso difficile la funzione di fruizione dei poli museali che quindi si sono concentrati sulle attività di ricerca e catalogazione dei reperti e sul loro restauro e conservazione. La Reggia di Caserta, nell’ambito di un costante lavoro di organizzazione e di allestimento dei depositi, ha rinvenuto migliaia di pezzi che saranno catalogati e custoditi al fine di renderli poi fruibili al pubblico. Il problema della conservazione di tali reperti ha portato all’ acquisto di una camera anossica, un macchinario che consente di sottoporre i reperti, opportunamente imballati in appositi involucri, ad un trattamento anossico a base di azoto, un gas inerte ed assolutamente innocuo. Tale trattamento consente non solo di preservare gli oggetti antichi da insetti infestanti, polveri e agenti inquinanti presenti nell’aria, ma preserva l’opera trattata da processi ossidativi, da agenti biologici e dalle variazioni di umidità. Tale strumento consentirà la conservazione dei beni custoditi dalla Reggia di Caserta nel tempo, in autonomia, senza più dover sostenere i costi per interventi affidati a soggetti esterni ed il rischio legato all’uso di sostanze tossiche utilizzate per interventi di restauro. La Reggia di Caserta consentirà l’uso della camera anossica a professionisti del restauro anche esterni, attraverso degli accordi di partnership che renderanno possibile la condivisione di questo strumento che consente la fondamentale funzione di conservare le opere. In vista della conclusione della pandemia, questo strumento assume anche un ruolo importante in una futura ottica di arricchimento delle collezioni museali e di scambio temporaneo di beni fra gli stessi. Le camere anossiche sono utilizzate normalmente per il trattamento di disinfestazione sia dai tarli che mangiano il legno sia da altri insetti, ad esempio quelli che infestano la carta: quando un’opera passa da un magazzino ad una sala di esposizione, infatti, sia del proprio polo museale di appartenenza sia di un diverso polo museale al quale l’opera è stata prestata, questa potrebbe veicolare fattori di pericolo per la conservazione delle opere proprio a causa dei tarli, per fare un esempio. Con il trattamento svolto da una camera anossica di questo tipo, il pericolo per la preservazione delle opere d’arte è eliminato, visto che non solo il trattamento elimina il fattore infestante come il tarlo, ma con un processo di disidratazione elimina anche le eventuali uova che lo stesso ha depositato nell’oggetto. L’uso di tale tecnologia aumenta non solo la conservazione del bene ma anche la sicurezza dell’intero polo museale da eventuali fattori infestanti sia interni che esterni e consente uno scambio di opere fra poli museali ancora più sicuro.
12.04.2021