Il centro di educativa territoriale “Il Palloncino Rosso”

Il Palloncino Rosso è un’associazione di promozione sociale che nasce nel cuore del Vomero nell’aprile del 2019, come realtà educativa a favore dei ragazzi del territorio per la promozione dell’integrazione e dell’inclusione, ma anche come punto di riferimento per la famiglia contemporanea. Ne  parliamo con la dott.ssa Chiara Memoli, presidente dell’Associazione, e con Manuela Quinto, vicepresidente.

Come nasce Il Palloncino Rosso?

Dopo aver lavorato per anni nell’ambito dell’area socio-educativa, è stata forte in noi l’esigenza di creare uno spazio nel quale convogliare l’esperienza acquisita, le nostre idee ed i nostri progetti.

Molte sono le realtà educative esistenti, ma sono spesso dedicate a determinate categorie o sono specializzate nell’offerta di determinati servizi. Il nostro intento era quello di dar vita ad una realtà aperta in cui le esigenze delle famiglie con ragazzi e bambini, potessero essere accolte senza settorializzazioni o divisioni; uno spazio di tutti e di ciascuno dove imparare, crescere e confrontarsi liberamente e dove ci fossero occasioni di socializzazione e di integrazioni concrete ma semplici.

La nostra filosofia è racchiusa tutta nel nostro logo: una rivisitazione dell’opera di Bansky : “La bambina con il palloncino”. Nell’opera originale la bambina perde il palloncino, rappresentazione dei sui sogni, delle sue speranze e dei sui desideri; nel nostro logo invece, grazie al supporto della conoscenza, rappresentata dai libri posti sotto i suoi piedi, la bambina riesce a raggiungere ed afferrare i suoi sogni.

Conoscenza intesa non solo come studio nozionistico, ma come cultura, come conoscenza del mondo, della realtà circostante, dell’altro diverso da sé che diventa il ponte per la costruzione del sé.

L’idea di educativa viene sempre associata ai quartieri a rischio; come nasce l’idea di trasferire questo tipo di realtà in un quartiere come il Vomero?

Il vuoto educativo, causato da modelli di riferimento distorti, dal ruolo genitoriale che perde sempre più consistenza a causa dei ritmi frenetici della vita contemporanea e a stili educativi poco autorevoli l’evoluzione del concetto stesso di famiglia, pervade purtroppo tutta la società e ha forti manifestazioni soprattutto in quella che consideriamo la “Napoli bene”.

In questo contesto, dove difficilmente troviamo un disagio socio – economico, ci confrontiamo con emergenze diverse ma altrettanto profonde che nascono dalla cultura individualista e fortemente materialista radicata in questo contesto. Opponiamo alla visione dell’io perfetto “instagrammabile”, filtrato ed apparente, nel quale ha maggior valore ciò che si ha rispetto a ciò che si è, una concezione e un’accettazione del sé come essere unico e imperfetto, fonte di ricchezza per sé stessi e per gli altri.

Nel concreto quali sono i progetti da voi messi in atto?

Il fulcro delle nostre attività è la nostra sede operativa nella quale bambini e ragazzi si riuniscono non solo per studiare insieme, ma per relazionarsi e confrontarsi su tematiche che li riguardano da vicino. Dall’interazione quotidiana e dalle difficoltà di ognuno, emergono spunti di discussione e di riflessione continui.

Strutturalmente il supporto extrascolastico è suddiviso per tavoli tematici, ognuno dei quali è assegnato ad un tutor specializzato. Lo studio non mira esclusivamente allo svolgimento dei compiti per il giorno dopo, ma si focalizzata sulla strutturazione di un metodo di studio che ha come fine ultimo l’autonomia, sia che si tratti di ragazzi normotipo o con BES e DSA; inoltre, al fine di consolidare lo studio della singola materia, è importante lavorare sulle lacune e sul potenziamento delle conoscenze.

Per poter meglio supportare le famiglie nelle loro esigenze quotidiane abbiamo messo in atto due progetti:

– il servizio di educatore domiciliare finalizzato all’educazione e alla rieducazione in famiglia con bambini e giovani affetti da disabilità, che si basa sull’acquisizione di competenze raggiunte grazie ai compiti di realtà, e di ragazzi con particolari situazioni di disagio psicologico, come nel caso dei ragazzi in condizioni di totale ritiro sociale, che hanno necessità di supporto per  essere reintegrati in società;

– il servizio Baby-sitting con operatrici selezionate e formate, pronte a rispondere a tutte le esigenze pratiche ed organizzative delle singole famiglie.

Inoltre ci dedichiamo alla progettazione e alla realizzazione di un campus estivo in cui vengono accolti tutti i bambini indistintamente. Campus che amiamo definire in movimento poiché prevede uscite che permettono ai bambini di fare sempre nuove esperienze: dal mare alla montagna, dalla fattoria all’orto; alla scoperta del mondo della natura e delle proprie abilità nel confrontarsi con ambienti sempre diversi.

Il campus come tutte le nostre attività prevede la concertazione con enti e associazioni territoriali, poiché centro del del nostro agire è la creazione di una rete educante aperta che vede la stretta interconnessione tra pubblico e privato-sociale.

Quali progetti avete per il futuro?

Quando finalmente terminerà l’emergenza sanitaria speriamo di poter riprendere la progettazione dei viaggi culturali per offrire loro un’ulteriore esperienza formativa di crescita e sviluppo delle autonomie personali, oltre che un momento di forte condivisione e socializzazione attiva e positiva. Tante sono le idee da realizzare come la creazione di uno spazio polifunzionale per i più piccoli in cui unire aspetti ludici, didattici e terapeutici con specialisti nel settore.

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