La Chiesa di San Gennaro nel Bosco di Capodimonte decorata da Calatrava: un omaggio alla luce di Napoli e all’arte artigianale campana

La chiesa di San Gennaro all’interno del Bosco di Capodimonte, fu voluta da re Carlo di Borbone al fine di consentire il culto a coloro che abitavano il bosco, e venne edificata nel 1745 realizzando il progetto di Ferdinando Sanfelice, architetto e scenografo di cui sono celebri le scenografiche scale aperte napoletane. Chiusa nel 1969, la chiesa ha riaperto il 6 luglio 2021 in una veste completamente nuova, frutto dell’ingegno dell’archistar Santiago Calatrava, il cui intervento di decorazione in chiave moderna della chiesa costituisce la chiusura della mostra “Santiago Calatrava. Nella luce di Napoli” ospitata presso il Museo di Capodimonte con oltre 400 opere dell’artista.

Come affermato dal ministro della Cultura Dario Franceschini, presente all’inaugurazione, si tratta di un “esperimento straordinario che dovrà indicarci la strada per il futuro” e che “la bellezza dell’Italia è il sedimentarsi degli stili gli uni sugli altri”.

L’intervento di Calatrava, effettuato nello spazio interno della chiesa, è un modo unico di unire l’arte antica con quella contemporanea, attraverso una rielaborazione che mette al centro la luce di Napoli che secondo l’artista continua a “brillare e prendere corpo nelle maestranze” degli artigiani che hanno collaborato alla rielaborazione della chiesa che torna ad essere, dopo 50 anni di chiusura, luogo di culto e luogo sociale in una veste nuova e moderna, nel rispetto delle sue antiche origini.

La luce è il primo elemento che Calatrava ha voluto omaggiare, al fine di esaltare gli elementi architettonici della chiesa, attraverso un intenso blu oltremare che caratterizza l’elemento cromatico predominante che mette in luce gli elementi architettonici antichi lasciati in bianco, con un omaggio alla grande tradizione artigianale campana, attraverso le vetrate artistiche provenienti da Vietri sul Mare, i paramenti sacri in Seta di San Leucio, e un magnifico soffitto blu con oltre 800 stelle ad otto punte realizzate in porcellana bianca e poi dorate.

Spiccano gli elementi floreali e le foglie di ulivo come elementi per narrare temi religiosi, richiamando non solo alla natura presente nel Bosco in cui la chiesa è ubicata ma anche per sottolineare, attraverso la narrazione sacra, il legame esistente fra uomo e natura.

Calatrava quindi non solo esalta la luce di Napoli ma le diverse discipline artistiche dell’artigianato locale, dalla porcellana alla tessitura, dalla smaltatura alla pittura, unendo in un’unica opera di decorazione le diverse potenzialità del territorio dove “la luce di Napoli è riunita in una moderna installazione all’interno di un ambiente settecentesco”, afferma Calatrava.

Un’operazione artistica dai risultati meravigliosi che sottolinea come l’arte contemporanea possa fare il suo ingresso in una chiesa antica unendo le diverse potenzialità artigianali del territorio non solo come fattore di crescita culturale ma anche economica, ridonando alla città un luogo di culto fruibile al pubblico dove passato, presente e futuro si incontrano in un modo nuovo, nel rispetto del passato, dando spazio alle potenzialità artigianali del presente per guardare al futuro in modo innovativo, dove l’arte del passato e del presente di fondono in modo armonioso e creativo.

18.07.2021

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *