La Notte dei filosofi 2021 al Maschio Angioino : la radice greca di Napoli che ama il sapere
La Notte dei filosofi 2021, organizzata dall’Associazione Filosofia Fuori le Mura e centrata quest’anno sulla tematica della ripresa della vita, rientra nel programma di eventi gratuiti Ritmi di sole, di mare, di viaggio, di Sud, che animerà l’estate partenopea con una ricca offerta culturale.
Nelle parole del fondatore dell’Associazione, Giuseppe Ferraro, c’è una splendida visione di “Una città che si fa scuola”, con una “nuova alleanza dei luoghi di sapere”, dove “le piazze, i larghi, le scale” diventano “luoghi d’incontri e di parola senza frastuoni, perché fatti di relazioni” perché “riprendersi la Città è ritrovarsi, abitarla dei legami che la sostengono e la liberano”.
Due appuntamenti nella stessa giornata fra filosofia e musica in cui guardare al futuro, alla vita che riprende, attraverso un evento che vede al centro ospiti che hanno toccato temi importanti: dalle categorie di identità, differenza e relazione, ai luoghi di eccezione come le carceri e il manicomio, alla riflessione sui conflitti internazionali, i flussi migratori e le minoranze.
Un evento importante che fa emergere quella radice greca dell’antica Neapolis che, da sempre, ama la filosofia che letteralmente significa “amore del sapere”, quell’amore che si pone domande sulle quali riflettere per capire il mondo, l’essere umano ed il senso della sua esistenza, nel suo modo tipicamente partenopeo, che trova una delle sue espressioni più autentiche in Luciano de Crescenzo, in quel continuo ragionare e riflettere in modo semplice e profondo sui grandi temi della vita a partire dalle piccole cose.
È stato sufficiente un microscopico virus a far crollare le nostre certezze, il nostro senso di sicurezza, fatto di semplici gesti ed abitudini quotidiane, e se applichiamo alle parole dell’evento il loro significato letterale ne esce “la notte di coloro amano il sapere”. Forse è proprio su questo che dovremmo riflettere, sul fatto che da tempo, già da prima del Covid, la nostra vita era già in crisi e ritornare alla filosofia significa ritornare a riflettere, a ragionare, ad analizzare la realtà nella quale viviamo.
Un’indagine svolta sul rapporto tra i giovani e la filosofia, sull’utilità e il danno della filosofia per la vita, rivela come la “materia inutile”, come spesso viene considerata, ha aperto non solo la mente ma anche il cuore dei giovani ad una visione della vita aperta all’ascolto, al dialogo, al dibattito, sviluppando uno spirito critico che sa osservare, analizzare, ed interpretare in modo creativo il mondo che ci circonda, partendo da un’analisi introspettiva di sé stessi, del proprio modo di essere o non essere.
Sviluppare una passione per questa una disciplina, spesso considerata mera speculazione senza risultati concreti, rappresenta, oggi, una vittoria momento in cui una persona, specialmente se giovane, alza la testa e lo sguardo dal cellulare, si leva le cuffiette con la musica ed inizia a guardarsi intorno, passando dal carcere della vita virtuale alle sfide ed alle opportunità della vita reale, e magari, sedendosi su di una panchina dei giardinetti potrebbe osservarne l’incuria e decidere di agire per migliorare il giardinetto del quartiere, conoscere un nuovo amico con cui dialogare, o semplicemente fermarsi ad osservare, in silenzio, una siepe, e iniziare a scrivere ciò che ne vede dietro: l’infinito. In tal senso, la filosofia, come dubbio sul senso della propria esistenza, è fondamentale in un mondo complesso dove i giovani cadono facilmente nelle false certezze del materialismo, dell’edonismo, del nichilismo, e sebbene molti, nella storia umana, si siano persi seguendo filosofie che altro non sono che ragionamenti umani, nella attuale situazione può essere uno strumento per farli uscire dalla fossa della realtà virtuale e spingerli verso la quella reale.
La radice greca di Napoli, come amore per la filosofia, è un bene prezioso, una luce nella notte dei filosofi che bisogna tenere accesa e diffondere, una luce di speranza che in tanti, nei secoli, hanno cercato di spegnere, non comprendendo che la filosofia non insegna “l’assenza di certezze”, ma è la scienza che narra l’interrogarsi dell’uomo sul senso della vita, fra buoni e cattivi maestri, alla ricerca del senso più profondo dell’essere come esistenza dell’uomo.
Napoli è una città di gente semplice che ragiona ancora in modo non superficiale, perché ha capito che la fretta è cattiva consigliera, leva il tempo per ragionare, per capire, dialogare e per trovare soluzioni, come il meccanico (filosofo) del mio quartiere che quando apre il cofano della macchina dice “Questa città, così come scassa le macchine, così scassa gli esseri umani”.
La “Notte dei filosofi” dedicata alla “ripresa alla vita” è un evento che valorizza la radice culturale greca di Napoli, il suo amore per il sapere, una notte importante, per il semplice fatto che ci si ferma a riflettere insieme, una notte che rievoca una delle frasi più celebri di Immanuel Kant: “Il cielo stellato sopra di me, e la legge morale in me”.
La notte dei filosofi, nel senso di coloro che dedicano tempo alla riflessione, è sempre piena di dubbi, di domande e di incertezze, unite a progetti e speranze.
È la notte in cui qualcuno decide di recarsi sulle rive del mare, per riflettere, in solitudine, nel deserto della spiaggia vuota, lì dove un bambino mette, con una conchiglia, il mare in una buca. Forse sarà un ragazzo sbandato, che da poco si è avvicinato alla filosofia come pausa dal mondo caotico, per riflettere su se stesso, sugli altri e sul mondo, un ragazzo che da poco ha alzato lo sguardo dallo schermo del cellulare per vedere il mare e poi ha deciso di togliersi le cuffiette per non perdersi il concerto delle onde. Allora la notte dei filosofi avrà trovato il senso dell’essere, di cui Pascal parlava: “Il cuore ha le sue ragioni, che la ragione non conosce”.
Napoli come “città che si fa scuola” per educare al dialogo, ai sentimenti e ai legami umani e per elaborare risposte per la “ripresa alla vita” è un forte segale di speranza in una città viva che tra le tante radici storiche da preservare con cura per la rinascita della città, ha quella dell’amore per il sapere, inteso come onesta ricerca intellettuale del senso dell’esistenza, un bene prezioso da riscoprire e valorizzare.
27.09.2021