La mostra “Oltre Caravaggio, un nuovo racconto della pittura a Napoli” al Museo di Capodimonte

Oltre Caravaggio. Un nuovo racconto della pittura a Napoli” è la mostra che, inaugurata il 31 marzo 2022, si terrà fino al 7 gennaio 2023 al Museo e Real bosco di Capodimonte a cura di Stefano Causa e Patrizia Piscitello.

La mostra costituisce un evento culturale complesso volto a rilanciare il patrimonio artistico-culturale partenopeo a partire dalle collezioni permanenti del Museo di Capodimonte, ricordando ai visitatori l’importanza che questo ha in termini di estensione, qualità e quantità di opere che custodisce, oltre 49.000.

La mostra è un vero e proprio racconto costruito attraverso 200 importanti opere del ‘600 napoletano esposte in 24 grandi sale al secondo piano del museo, senza attingere ad opere in prestito, in modo tale da mettere in mostra il museo stesso in modo del tutto moderno ed innovativo.

Il direttore Sylvain Bellenger ha recepito le istanze del pubblico dichiarando:“abbiamo capito che il pubblico vuole una storia, che il pubblico vuole capire, non vuole essere affogato in un oceano di capolavori, vuole essere guidato, per questo abbiamo deciso di mettere il museo in mostra”.

Ecco allora l’dea di proporre ai visitatori un vero e proprio viaggio culturale attraverso le opere stesse del museo andando alla ricerca di un tema fondamentale per la cultura partenopea, per comprendere come si costruisce la scuola napoletana “oltre Caravaggio”, ciò dando rilevanza a tutti quegli artisti che, con i propri apporti culturali, hanno contribuito a costruire l’identità pittorica napoletana e per rilanciare il dibattito presentando un’altra lettura del ‘600 napoletano, diventato per amatori e storici il secolo di Caravaggio.

La mostra come viaggio nel tempo a partire dalla Napoli del ‘600, all’epoca grande megalopoli che grazie al commercio marittimo non solo era centro di rilevanza commerciale e geopolitica, ma costituiva centro di scambi e contaminazioni culturali che attraevano artisti da tutto il mondo che venivano a Napoli per essere “contaminati”, svolgere i propri studi e quindi ripartire, portando con sé gli influssi partenopei ed influenzando la cultura Europea dell’epoca fino ai nostri giorni. Basta pensare a Luca Giordano, uno dei massimi esponenti della pittura barocca napoletana, che venne chiamato a Venezia, a Firenze e in Spagna, influenzando la pittura locale.

Il ‘600 napoletano non fu solo il secolo di Caravaggio, di origine lombarda, ma fu il secolo di artisti emiliani come Giovanni Lanfranco, Domenichino e Guido Reni, dello spagnolo ma napoletano d’adozione Jusepe de Ribera, del bergamasco Cosimo Fanzago, e dei romani Artemisia Gentileschi e Gregorio Guglielmi citando solo alcuni dei tanti altri grandi artisti del tempo.

Stefano Causa, uno dei due curatori della mostra, fa notare come “la mostra si apre con un capolavoro della civiltà moderna, della pittura moderna che è la Flagellazione del Caravaggio e si chiude con i Bersaglieri che fanno la breccia di Porta Pia, (opera) del 1871, quindi diciamo,un percorso, una storia, un racconto, della pittura a Napoli, e non solo a Napoli,  dai primi del ‘600 alla fine dell’800 con l’Italia unita”, mentre Patrizia Piscitello, l’altra curatrice della mostra, consiglia di “lasciarsi guidare dalle opere, dalle linee, dalle forme, dal colore, dalla materia pittorica. Abbiamo cercato di contemperare tutte quante queste cose per far ricevere al visitatore un percorso nuovo con un mondo visivo estremamente forte e accentuato”.

Viene quindi proposto un percorso, una narrazione che a partire dal ‘600 napoletano riapre il dibattito sull’identità pittorica partenopea come frutto di una complessa stratificazione e contaminazione culturale per scoprire quella che il direttore Sylvain Bellenger definisce come “una identità del realismo che vedremo come una continuità attraverso tutta la sensibilità napoletana” , una sorta di messaggio che continua dopo Caravaggio, attraverso autori come Ribera che arriva a Napoli nel 1616, sei anni dopo la morte di Caravaggio, e continua fino alla pittura dell’800 napoletano, caratterizzando appunto la scuola napoletana.

La mostra spinge il visitatore ad essere osservatore attivo e partecipe di un dibattito culturale che parte dalle opere esposte e dal percorso proposto dai curatori, nella consapevolezza del direttore Bellenger che “ogni tanto le persone non saranno d’accordo, penseranno che non è così, che dovrebbe essere una cosa diversa. Anche questo ci piace, perché il pubblico non è più passivo, il pubblico è attivo, il pubblico interviene. È questo che conta”.

“Oltre Caravaggio” è non solo una mostra, ma un nuovo racconto che come evento culturale si innesta nella generale rinascita di Napoli che finalmente sta prendendo consapevolezza di quel ruolo unico che le spetta di diritto nel panorama culturale europeo a causa della sua storia, ruolo di cui le istituzioni sono ben consapevoli a partire dal sindaco Gaetano Manfredi che ha commentato la mostra mettendo in evidenza l’elemento fondamentale ed inimitabile, tipico della cultura partenopea: “la millenaria stratificazione di una Napoli capace di assorbire le influenze esterne conservando la propria identità multiforme. Ciò rappresenta un punto di forza da valorizzare in ogni campo, a partire dall’arte e dalla cultura”.

28.04.2022

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