La rinascita dell’anima di Napoli come ricominciare a fare con il cuore il bene della città
Questo articolo è una riflessione frutto della lettura di due articoli: l’intervista a Roberto Saviano intitolata “Napoli non conta più nulla sullo scenario nazionale” pubblicata sul Corriere del Mezzogiorno e l’articolo del direttore del MANN Giulierini “Quartiere della cultura intorno al Museo Archeologico di Napoli” pubblicato su la Repubblica.
Questi due articoli possono sembrare in antitesi, mostrando l’uno i problemi della città e l’altro una progettualità costruttiva che può portare Napoli ad una rinascita che coinvolga tutti i suoi quartieri, tutte le realtà complesse che, come un mosaico, compongono Napoli.
Le fonti che ho citato hanno suscitato in me grande ottimismo e una forte speranza , poiché quando una città complessa dispone dei mezzi per avere consapevolezza dei suoi problemi unita alla progettualità per proiettarsi nel futuro, allora il cambiamento, la rinascita, è possibile.
Un solo elemento manca per creare una “formula di rinascita” concreta della città : Partenope conosce i suoi problemi, conosce le potenziali soluzioni, ma i partenopei hanno a cuore la città? Avere a cuore la città significa prendersene cura, difenderla, attraverso un impegno concreto, un cambiamento di mentalità che faccia evolvere, progredire, quell’arte di “arrangiarsi”, tipica dei napoletani, in quello che si chiama Problem solving, letteralmente risoluzione del problema, che indica una forma progredita dell’arte di arrangiarsi, cioè un’attività finalizzata all’analisi e alla risoluzione dei problemi usando tecniche e metodi generici o ad hoc, cioè su misura.
Pino Daniele, nella sua celebre canzone,“Napule è”, una delle più rappresentative della città, cantava: “Napule è na’ carta sporca, e nisciuno se ne importa, e ognuno aspetta a’ sciorta”, disegnando, in un solo verso, le contraddizioni dei napoletani che, pur amando la propria città, alla fine, non se ne prendono cura in modo concreto.
Negli ultimi anni le cose sono cambiate e i napoletani hanno iniziato ad attivare il loro cuore tramutando l’amore per la città in gesti concreti per prendersene cura, valorizzando le bellezze della città come forma di contrasto alle bruttezze della stessa, perché il male della città si vince con il bene, con l’amore verso la città, un amore concreto, quell’amore per Napoli che lentamente sta tramutando l’arte di arrangiarsi in arte di risolvere i problemi, nel tipico modo partenopeo, la creatività, unita ad uno spirito di impresa che è tipico del problem solving per cui Napoli è divenuta un brand globale, che va difeso, ampliato e consolidato, poiché la città, come un fiore, sta sbocciando e diventando sempre di più un polo culturale globale che può generare lavoro, benessere economico, rinascita sociale e bellezza per tutti i napoletani.
Basta sfogliare le pagine di questo giornale per vedere come Napoli sta già rinascendo, di giorno in giorno, attraverso attività scientifiche e culturali, che coinvolgono sia il settore umanistico che quello scientifico, con ampio spazio dedicato all’arte e alla creatività, fra tradizione ed innovazione.
Napoli conosce i suoi problemi, conosce le potenziali soluzioni, ma la rinascita parte sempre dal cuore della cittadinanza, dal suo impegno vivo e concreto, per cui è vero che Napoli è una carta sporca, ma basta avere un poco a cuore la città, semplicemente evitando di sporcarla (senso civico) e, se qualcuno la sporca, rimboccarsi le maniche e pulirla (arte di arrangiarsi) e iniziare a contribuire a trovare il modo per tenerla pulita (problem solving), semplicemente perché la si ha a cuore: allora la formula della rinascita sarà completa e funzionerà. Se il cuore dei napoletani si è indurito nel pessimismo, il video “Napoli in 4k” visibile su YouTube può essere uno dei tanti strumenti utili ad aprire il cuore verso la bellezza e l’amore per la nostra splendida città: non facciamoci rubare la speranza e torniamo a sognare una Napoli migliore, uniti dall’amore per la città di cui Stendhal scriveva nel 1817 di essere, ai suoi occhi, senza nessun paragone, la città più bella dell’universo. Forse Napoli non è la città più bella dell’universo, ma certamente è una città unica, irripetibile, come ogni essere umano, e forse è proprio in questa sua umanità così complessa da essere indescrivibile che risiede la sua bellezza, una bellezza che il documentario “La gente di Napoli – Human of Naples” disponibile su YuoTube ha provato a descrivere. Dio ci ha dato un dono, essere napoletani, con una mente creativa, un cuore empatico e specialmente con un’anima “per sopportare quello che c’è intorno l’anima”, scriveva Pino Daniele. Se la cittadinanza saprà riscoprire, difendere e valorizzare il proprio cuore, allora vedremo la rinascita della città e dei suoi cittadini. In una città in piena campagna elettorale dove le parole “ricominciare, fare, cuore e rinascere”, tutte ugualmente necessarie al bene della città, e in quanto parole, proprietà di tutti, sono state “privatizzate” e svilite dai social media manager, i nuovi “mercenari delle parole”, dei rispettivi candidati, a colpi di ritocchi fotografici, domande che si danno una risposta alla Marzullo, professionisti di alto livello travestiti da comuni cittadini, e slogan che associano il cuore alla paura sul modello dei sofisti populisti, la mia speranza è riposta nella cittadinanza che, al di là degli slogan, sappia riconoscere chi vuole non governare, ma servire la città, perché servire Napoli non è semplice, non basta conoscere il mosaico napoletano, non bastano le competenze, ma bisogna sapere come lavorare, sporcandosi le mani ma restando con le mani pulite, restando semplicemente, con tutti i propri umani difetti, una persona per bene, una persona che, citando Pino Daniele, abbia un’anima, poiché “in questa vita c’è bisogno di più anima”, e l’anima di Napoli siamo noi napoletani.
6.09.2021