Pace sociale 11/11: distaccarsi dal virtuale per tornare alla sola vita esistente, quella reale.

Napoli, città radicata in una cultura millenaria stratificata e città propensa al cambiamento come risposta creativa alle sfide del futuro, può essere considerata come fondamentale centro culturale per creare soluzioni politiche, economiche e sociali per la pace, centro di riforme necessarie adesso che è ormai finita quella pax atomica che, secondo alcuni studiosi, si è basata sulla maggiore ricchezza generata dalla pace stessa (Yuval Noah Harari – Sapiens), laddove il cambiamento climatico ha ridisegnato la geopolitica e la diffusione dei media ha creato profondi mutazioni antropologiche nella percezione della realtà stessa, un distacco cognitivo ben evidenziato nel film “Don’t look up”. Dire basta al “canto dell’odio” sui social, rallentare i ritmi di vita, riflettere ed agire con prontezza risolvendo i problemi richiede una visione al contempo realista ed ottimista, idee e progetti che portino soluzione nell’incontro sulla tutela dei beni comuni, uscendo fuori dall’atomismo sociale pessimista poiché nichilista, superando le divisioni del passato, sorridendo alle avversità, affrontando le paure per dire addio al rancore come sedimentazione della rabbia dovuta alle ingiustizie. Basta premere un tasto, quello del telecomando che grida paura o del quello del telefonino che grida ansia, o chiudere una pagina cartacea o on-line che grida alla scandalo per generare infinite polemiche, risposte permalose e troppo spesso presuntuose, basta poco per portare la pace, per difendere il cuore, sbarrando gli occhi come porte e le orecchie come finestre. Per chi ha sviluppato una delle diverse forme di “dipendenza da internet” ci vorrà tempo e quindi perseveranza per “trafiggere il drago nella bocca” e far tacere il suo “canto dell’odio”(Orwell-1984) nel nostro cuore. Per coloro che hanno sviluppato una delle forme di dipendenza da internet è utile tagliare gradualmente la quantità di dati negativi introitati per mezzo dei mass media e sostituirli qualitativamente con dati positivi su idee e progetti positivi e propositivi di una cambiamento che sproni le persone verso ciò che è bello, buono e giusto. Ciò consente una disintossicazione dalla dipendenza per un successivo passo, il distacco dalla “realtà virtuale” con il conseguente ritorno alla “realtà reale”: esiste una sola realtà, tutto il resto è alienazione mentale, dissonanza o distacco cognitivo dannoso per l’essere umano. Per coloro che non hanno sviluppato una dipendenza da internet il discorso è semplice: uscire dai social per ritornare alla socialità: i social che dividono parenti ed amici e generano conflitto per aumentare gli indici di diffusione di notizie spesso volutamente false o faziose sono antisociali. La democrazia da sempre difende il valore universale della pace, dei diritti e delle libertà: senza privacy cadono i diritti e le libertà mentre i social turbano la pace. Basta premere il tasto “elimina profilo” e richiedere il “diritto all’oblio”, cioè la cancellazione dei dati da internet, per tornare alla privacy e quindi alla vera libertà, decongestionando la mente, il cuore e, per chi crede, l’anima da una forma di “sovraccarico di dati” dannoso per l’uomo che genera disagio psico-fisico, violando la regola antica “mente sana in corpo sano”. Per fare ciò è necessario coraggio e Napoli ha sempre avuto, nella sua storia, un grande coraggio, tipico di chi sorride nelle avversità, per cui si comprende meglio il senso della frase di Madre Teresa di Calcutta: “la pace inizia con un sorriso. Sorridi cinque volte al giorno ad una persona a cui non vuoi sorridere: fallo per amore della pace”.

22/2/2023

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