Pace sociale 5/11- La cultura dell’altruismo genera amore ed empatia: dal rispetto nasce la pace
Nei precedenti articoli sul tema della pace sociale abbiamo visto come, in ogni gruppo sociale, inteso come popolo, comunità e famiglia di cui fa parte l’individuo, esista un legame politico, economico e sociale, un legame interconnesso poiché ogni sfera sociale condiziona le altre. E abbiamo visto quanto sia importante l’educazione della famiglia, l’istruzione degli insegnanti e la cultura della persona che si ricollega a vari fattori come i valori in cui essa crede, siano essi laici o religiosi. Da tali esperienze si forma l’uomo come persona, unica ed irripetibile, e abbiamo visto come sia importante, a livello prima personale e poi collettivo, l’emergere di una delle due tendenze: quella all’egoismo, in cui il rapporto con il prossimo tende allo sfruttamento, generando odio ed indifferenza e quindi guerra, mentre al contrario, se emerge la tendenza all’altruismo, il rapporto con il prossimo è improntato al rispetto, generando amore ed empatia, e con essi la pace, ricordando la regola dell’equilibrio per cui ogni eccesso è uno squilibrio, per cui quello che impropriamente viene chiamato “sano egoismo” in realtà andrebbe definito come “sana autodifesa” dagli effetti dell’egoismo che non è mai una tendenza sana. Ecco che allora emerge un altro elemento storico, uno spirito di prevaricazione, che nella storia emerge come antitetico allo spirito di fraternità. Lo spirito di prevaricazione si caratterizza per il fatto che prevarica, cioè vuole prevalere sugli altri, ad ogni costo, senza rispetto di nessuna regola, religiosa,morale, giuridica, e senza quindi rispetto alcuno del prossimo, rispetto al quale si sente superiore, e quindi lo spirito di prevaricazione emerge come spirito di superiorità rispetto al prossimo che si traveste nei secoli, assumendo forme diverse, ma restando concettualmente sempre lo stesso. Dalla superiorità per nascita, a quella per censo, al nazionalismo, fino alle teorie della razza superiore, ogni volta che un uomo smette di sentirsi “fratello del prossimo” allora nella storia emerge tale spirito portatore di guerra. Al contrario lo spirito di fraternità si caratterizza per il fatto che si prende cura del prossimo, rispetto al quale si sente alla pari, cioè in una pari condizione umana della quale prendersi cura, in un rapporto di collaborazione nella cura di sé stessi, degli altri e del prossimo. Per difendere la pace è necessario quindi affrontare, in primo luogo, dentro sé stessi, una combattimento interiore affinché alle difficoltà della vita non si risponda seguendo lo spirito divisivo e di prevaricazione come spirito di sfruttamento, ma al contrario seguendo lo spirito unitivo e di fraternità. Tale spirito prevaricatore, gioca nella storia sempre sullo stesso fattore, cioè quello della diversità come fattore psicologico sul quale è più semplice dividere le persone, generando un senso di superiorità e quindi una spinta alla prevaricazione. Allora diventa fondamentale comprendere l’importanza della comunicazione ed in particolare della parola poiché essa è l’elemento che non solo accomuna le tre sfere collettive, politica, economica, e sociale, ma accomuna anche l’essere umano nelle sue sfere personali, cioè in quell’equilibrio fra ragione, cuore ed anima che porta l’essere umano ad uno stato di serenità interiore che, riverberandosi sui suoi rapporti umani, illumini la società, prendendosi cura, grazie allo spirito di fraternità, delle tre sfere fondamentali interconnesse dell’essere umano: la salute, il lavoro ed i rapporti interpersonali. Tali sfere sono interconnesse, poiché dalla salute dipende il reddito da lavoro e la rete di relazioni sociali. In parole semplici, l’educazione della famiglia, l’istruzione degli insegnanti, la cultura intesa come formazione complessiva della persona nella sua unicità ed irripetibilità, generano quell’equilibrio interiore fra ragione, cuore ed anima sotto forma di pace e di serenità che consente alla persona di avere un rapporto felice con sé stessi e con gli altri, e tale equilibrio si determina nella rete di relazioni umane che si sviluppano intorno alle sfere della salute, necessaria ad offrire alla comunità quel lavoro che la nostra costituzione intende nel senso più nobile, come attività nella quale l’uomo realizza sé stesso da un punto di vista materiale, intellettuale e spirituale, facendo fruttare quei talenti nei quali non solo l’uomo realizza sé stesso ma che diventano un dono per la collettività nei confronti della quale, se una comunità si fonda sullo spirito di fraternità, la visione collettiva porterà ciascuno a pensare che il proprio ruolo sociale sia quello di “prendersi cura di sé stesso, prendendosi cura della natura come casa comune e degli altri come fratelli”. Quando in una società emerge invece lo spirito di prevaricazione, essendo questo uno spirito di superiorità, di prevaricazione e di sfruttamento, genera sulla società un effetto devastante poiché fondato sulla visione anti-giuridica ed anti-sociale :“Fai ciò che vuoi e fallo solo per te stesso a partire dalla natura e dagli altri”. Tale visione porta alla conseguenza che gli individui non si considerino più come parte di una comunità della quale prendersi cura in un’ottica di cura della casa comune e di fraternità con il prossimo, per cui è necessario rispettare i doveri come giusti limiti alla propria libertà posti a tutela dei diritti e delle libertà del prossimo, al fine di garantire il diritto alla felicità non solo personale ma collettiva, ma tale spirito egoista, sentendosi superiore e quindi essendo prevaricatore, porta le persone ad assumere una forma mentis, cioè una mentalità in cui la ragione pensa solo a sé stessa, diventando incurante degli effetti e quindi delle responsabilità legate al proprio comportamento e all’effetto che ha sulla natura e sugli altri, ed il cuore diventa anestetizzato, un cuore apatico che non prova nulla a livello emotivo, poiché se la ragione, cioè la mente, governa il braccio, cioè l’azione, e la mente agisce, sulla base del principio tipico dello spirito di prevaricazione “fa ciò che vuoi e fallo solo per te stesso”, allora ha senso solo il proprio personale interesse, e tutto il resto perde di senso e si sviluppa il nichilismo esistenziale, una visione negativa della realtà dove si distrugge tutto, a partire da sé stessi.
27/1/2023