Pace economica: come la guerra anche la pace nasce dell’economia
Lo studio della storia dell’economia, dal greco “cura della casa”, mostra come il fattore economico sia fondamentale negli equilibri geopolitici e come sia non solo uno dei fattori principali ma il fattore principale a scatenare le guerre. L’accaparramento delle risorse naturali è da sempre motivo di conflitto, sia in tempo di scarsità di risorse sia in tempo di abbondanza, poiché è fattore di vantaggio a livello geopolitico.
Non solo nei rapporti fra gli stati ma anche nei rapporti interni ai popoli il fattore economico è fondamentale poiché il denaro non è solo elemento economico ma elemento del potere con impatto diretto sui diritti e sulle libertà dei cittadini. La questione della redistribuzione del reddito in modo equo è da sempre elemento di conflitto in tutte le epoche della storia umana. Dice un detto partenopeo, “il sazio non crede al digiuno” ed effettivamente le spinte egoistiche all’accumulo di beni portano gli uomini a forme di prevaricazione economica che si concretizzano in forme di prevaricazione nei diritti e nelle libertà. In poche parole, ad esempio, abbiamo tutti diritto alla circolazione, ma non tutti hanno la libertà di farlo allo stesso modo poiché se tutti possiamo, ad esempio, viaggiare, alcuni lo faranno utilizzando i mezzi pubblici, altri in automobile, altri in aereo privato a seconda della diversa disponibilità economica.
La redistribuzione del reddito è quindi non solo una questione economica ma giuridica poiché tocca il reale concretizzarsi del diritto sotto forma di effettiva libertà. Tutti abbiamo il diritto di viaggiare, ma di fatto la libertà o meno di poterlo fare dipende dal nostro reddito. Se la ricchezza totale globale fosse una torta, nei secoli si verifica sempre lo stesso fenomeno, ovvero che le élite dominanti cercano di accaparrarsi tutta la torta lasciando solo le briciole ai più poveri. Il problema dell’economia è sempre quindi lo stesso: la guerra sorge sia per fini di sopravvivenza nei periodi di crisi in cui le risorse sono poche, sia per accumulo di posizioni di vantaggio in termini di potere nei periodi di abbondanza di risorse. In pratica la guerra basata su motivi economici non ha mai fine, solo che si svolge con le armi nei periodi di crisi e con altri strumenti nei periodi di pace. Energia, materie prime, sbocchi commerciali sono solo alcuni degli elementi che causano la guerra che trova nel denaro la sua principale causa. O sono le crisi economiche a scatenare la paura della fame e quindi la guerra o è la propensione all’accumulo di ricchezze in periodi di prosperità economica a portare al conflitto.
Osservando le dinamiche economiche nella storia non solo del mondo occidentale ed occidentalizzato, la pace politica è strettamente legata alla pace economica poiché dal denaro, inteso o come scarsità di risorse o come desiderio di maggiore accumulo di risorse, derivano la maggior parte delle guerre, non solo le guerre fra stati ma anche le guerre interne, tutte dovute alla redistribuzione della ricchezza fra stati e fra gruppi sociali. Per questo la giusta redistribuzione del reddito in termini di equità e solidarietà fra popoli e nei popoli resta uno dei temi centrali della storia dell’umanità. In ogni secolo ogni stato si è considerato come una casa autonoma ed i governanti si sono preoccupati di curare la propria casa o nell’indifferenza della casa degli altri o a discapito della casa degli altri. La globalizzazione come interconnessione totale globale ha aperto gli occhi sul fatto che la realtà politica, economica e sociale di un paese è strettamente interconnessa a quella di tutti gli altri paesi e che bisogna quindi ragionare secondo una nuova logica di interconnessione che sia in grado di regolamentare la globalizzazione a partire proprio da una economia più giusta basata su una equa e solidale redistribuzione del reddito.
12/11/2022