La “Federico II” al 38esimo al mondo per la Filologica Classica e Storia Antica
Anche quest’anno l’Università degli Studi di Napoli conferma la qualità dei suoi insegnamenti e della ricerca prodotta. L’ateneo si accredita quale migliore tra le università del Sud e si colloca al ottavo posto tra gli atenei italiani, al 174° tra quelli Europei e 392° a livello globale.
Particolare merito è da riconoscere al Dipartimento di Studi Umanistici, diretto dal professore Andrea Mazzucchi, dacché la Federico II si colloca al 38° posto nel mondo nella sezione “Storia Classica e Antica”, con valori molto significativi per i criteri di riferimento, che la portano, tra l’altro, al quinto posto tra le università italiane presenti nella classifica “QS World University Rankings“, tra i cui indicatori figurano la reputazione accademica e l’impatto della ricerca scientifica.
Un ottimo segnale, dunque, che riconferma il trend positivo degli ultimi anni e che, in particolare, evidenzia i valori presenti sul nostro territorio e che, spesso, trattandosi del settore umanistico, passano in secondo piano, sprecando così un potenziale che potrebbe permettere non solo una crescita sul piano del prestigio internazionale, ma anche sul piano economico-culturale poiché, se gestiti con cura, i prodotti derivanti dagli studi umanistici potrebbero avere un forte impatto su quello stesso territorio da sempre caratterizzato come crocevia di culture, scambi che ne hanno arricchito la storia e plasmato l’identità; in altre parole, la valorizzazione di quel potenziale, potrebbe contribuire a dare stabilità a settori correlati quali quelli del turismo, della produzione artistica, ma anche ad attività economiche dei generi più disparati, come sempre accade quando una città attrae studenti e studiosi da tutto il mondo.
Un riconoscimento, quindi, che dovrebbe essere colto al balzo, estirpando dall’immaginario collettivo l’idea che gli studi umanistici siano un qualcosa a sé stante, chiuso in biblioteche polverose che odorano di muffa tra professori ultracentenari e fuori dal tempo. Solo in questo modo si può creare un progetto serio e stabile per valorizzare una città come Napoli e l’intera Campania, accrescendone in maniera duratura l’economia.
16.04.2021