Le bandiere del popolo accolgono in festa ‘e llenzole: ‘a voce d’ ‘a ggente
‘E mistere d’ ‘e Quartiere Dio ‘e sape e a Madonna ‘e vede lloro tenene ‘a Speranzella, ll’ate nun tenene manco chella
Don Pedro di Toledo volle, nel 1536, i Quartieri destinati ad ospitare i soldati di Spagna e, ben presto, dagli eccessi della soldataglia, commista alla sempre più intrigata folla dei napoletani, che con quella praticavano i più variegati commerci, derivarono quelle condizioni deprecabili di cui si occupa la cronaca,ma alle quali è mancata, da sempre, la volontà di porre rimedio.
Tra facili guadagni, necessità di sopravvivenza, umanità solidale, degrado estremo e slanci di generosità si sono incrementati i costanti disagi nelle compresenze delle massime contraddizioni. Miserie, guerre, disastri e terremoti hanno fatto il resto e mai ci furono interventi validi a rendere se non minimi almeno accettabili i disagi affrontati da una marea di ignoti eroi.
Dopo il terremoto dell’80, quando scrivevo Hic Neapolis, dando anche voce ai disegni estemporanei del giudice Codagnone, incontrai folle di napoletani dei Quartieri, eredi degli avi che già resistettero alle pestilenze e agli sconvolgimenti tellurici. Vivevano tra selve impalcate di tubi Innocenti e m’illusi che qualcosa potesse cambiare. Nulla accadde. I mutamenti derivano solo dalla volontà di chi esige riscatto e, con giubilo, ho goduto quando l’Associazione ‘E Scugnizze D’ ‘E Quartiere -addo ‘o sole se vede- ha comunicato alla cittadinanza l’inaugurazione del vicolo d’arte dedicato a Totò, alla Via Porta Carrese. Il presidente Vincenzo Carrino si è fatto portavoce del popolo operoso che in un quartiere, città nelle Città, esige rispetto per la sua vitalità produttiva ed è fiero dei suoi artisti celeberrimi. Tra quelli, Enzo Gragnaniello, una delle voci più autorevoli dell’arte canora e musicale napoletana è stato profeta: ha affermato che, toccato il fondo,la buona volontà merita di assurgere alle dimensioni civili ed umane che spettano di diritto a chi ha attraversato secoli di storia ,ereditandone le tradizioni.
Completati i murales che decorano il Vicolo di Porta Carrese dedicato a Totò, l’impegno statutario dell’Associazione mira a rinnovarne la toponomastica e a far diventare d’arte, dopo il Vicolo Totò, tutta la zona de i Quartieri che non vuole più essere offesa ed emarginata.
Insomma si tratta di una metamorfosi epocale in ogni senso. Nell’ambito delle manifestazioni culturali, musicali e canore previste per focalizzare l’attenzione, non solo delle autorità cittadine, sulle problematiche da risolvere, partendo questa volta dall’impegno di quelli che abitano i Quartieri da generazioni, ci sembra di notevole interesse una particolare esposizione d’arte natalizia. Gli Scugnizzi dei Quartieri, dove il sole si vede,ospitano una particolare esposizione di opere d’arte in collaborazione con l’Accademia Vesuviana di Tradizioni Etnostoriche. Le Bandiere Del Popolo,le verità dei panni stesi ad asciugare, ornamento nei secoli delle finestre e dei balconi nei giorni di tutti, accoglieranno in festa dodici lenzuola di manifattura borbonica, dipinte da altrettanti forti artisti campani con un intento particolare.
La preziosità dei supporti, la tela di canapa ottocentesca conservata intatta come tutto un corredo per la notte, che fa parte del Museo Etnostorico delle Genti Campane, fa storia e memoria nel nostro tempo dell’incertezza. Gli artisti, come i pastori che portarono i loro umili doni al Bambino divino nella grotta dove nacque, porgono a Gesù, di cui ricorre il dì natale, le loro suppliche. Lo invocano per risolvere i drammi presenti nel nostro mondo. La rassegna pittorica ‘E LLENZOLE: ‘A VOCE D’ ‘a GGENTE ricorda che quella biancheria è testimone della storia intima di chi la utilizza dalla nascita all’uscita dal mondo. La vera storia della crescita umana è affidata alla lenzuola. Quella della gente operosa si vivifica in tutte le strutture abitative: quelle dell’invivibilità cronica e quelle del dignitoso riscatto dei Quartieri Spagnoli, decisamente voluto dalla buona volontà. Gli Scugnizzi dei Quartieri sono consapevoli che il sole si vede dove si producono idee, si trattano argomenti d’umanità nella dignità del lavoro e facendo cultura intesa come spazio che comunica e testimonia civiltà.
Angelo Calabrese