Esoscheletri: dalle fabbriche alla medicina riabilitativa
L’esoscheletro è un apparecchio cibernetico esterno che viene indossato dall’uomo con la finalità di potenziarne le capacità fisiche.
Negli ultimi anni il progresso tecnologico ha reso possibile l’applicazione di esoscheletri in diversi settori, in particolar modo si è visto nell’esoscheletro un valido aiuto nel settore del lavoro fisico ripetitivo ed usurante. Indossando un esoscheletro, un operaio addetto ad una catena di montaggio ha la possibilità di assemblare gli elementi del prodotto sollecitando in maniera molto minore parti anatomiche come la schiena, le spalle e le braccia.
Questo ha ridotto non solo la fatica fisica del lavoratore, ma anche la possibilità di incidenti sul luogo di lavoro insieme ai danni fisici dovuti a malattie professionali tipiche di lavori usuranti.
Dopo tale applicazione gli scienziati hanno iniziato a studiare gli esoscheletri a scopo di riabilitazione, spinti da una visione del futuro in cui le proiezioni prospettano non solo un aumento del numero della popolazione globale, ma anche un prolungamento dell’età media che potrebbe rendere necessario, in un futuro non lontano, l’uso di apparecchi in grado di consentire la deambulazione a soggetti sempre più anziani.
Si è partiti da una esigenza del presente, la presenza di un alto numero di persone che, a causa di diverse patologie, hanno perso la capacità di camminare autonomamente, e si è lavorato ad una tecnologia esoscheletrica in grado di accompagnare la tradizionale sedia a rotelle, attualmente strumento insostituibile per tali pazienti.
Si è così giunti, in pochi anni di studio, ad esoscheletri utilizzabili in autonomia, senza l’assistenza di infermieri, facili da trasportare e da indossare, in combinazione con l’uso della tradizionale carrozzina.
I primi modelli si utilizzavano tramite dei comandi esterni, ma la scienza è andata ben oltre, sviluppando un interfaccia cervello-macchina attraverso impianti cerebrali composti da elettrodi che consentono al paziente di comandare l’esoscheletro attraverso il pensiero: l’attività cerebrale viene trasmessa tramite wireless ad un computer che attraverso un algoritmo traduce gli impulsi cerebrali in comandi.
Con il progredire di interfacce cervello-macchina più potenti, ben presto potremmo avere a disposizione una tecnologia tale da consentire una vita normale a persone affette da gravi problemi fisici come i soggetti paraplegici.
Di fatto l’esperimento ha funzionato, è solo questione di potenziare e migliorare le tecnologie già raggiunte per ottenere un risultato ottimale.
Questi nuovi esoscheletri aprono un capitolo nuovo nella robotica, poiché si passa da un robot indossabile per potenziare o supportare le capacità umane, ad un tipo di robot collegato al cervello, creandosi in tal senso più che un collegamento, una vera e propria ibridazione, fra uomo e macchina.
24.03.2021