MANN: la mostra di Sasha Vinci P.P.P. Possibile Politica Pubblica
P.P.P. Possibile Politica Pubblica è un progetto ideato dall’artista Sasha Vinci per il MANN – Museo Archeologico Nazionale di Napoli, una mostra personale a cura di Maurizio Bortolotti, visitabile dal 10 giugno al 10 settembre 2021.
La mostra è costituita da un percorso espositivo in cui le opere dell’artista, che utilizzano diversi linguaggi, talvolta combinati insieme, come il disegno, la scrittura, l’installazione la fotografia ed il suono, dialogano con le sculture ed i reperti antichi creando un ambiente da visitare utilizzando i diversi sensi e creando un legame continuo fra passato e presente dove ciò che è antico, con il suo valore storico, mitologico e simbolico, assume un senso più profondo nel dialogo con le opere moderne dell’artista.
Il titolo della mostra, P.P.P., assume un doppio significato interconnesso, poiché da un lato sta a significare una “Possibile Politica Pubblica”, e dall’altro sta per “Pier Paolo Pasolini”, a cui la mostra è dedicata. «Ecco una terra non ancora colonizzata dal potere» è la frase di Pasolini che accoglie chi entra nella mostra, scritta tessuta su un lungo tappeto che sta ad indicare una chiave di lettura della mostra stessa che si propone di recuperare il potere dell’arte, come forma di espressione del pensiero libero ed anticonformista, come strumento che apra nuove possibilità, nuove idee e nuovi orizzonti in un periodo incerto, dove l’immobilismo e le incoerenze della società italiana contemporanea non sono in grado di far fronte alle criticità sociali che sono state rese ancora più evidenti dalla Pandemia da Covid-19.
«Viviamo da emarginati sulle tracce della nostra stessa storia, in un’Italia contemporanea del conformismo, dell’edonismo, dell’immaturità politica – spiega Sasha Vinci. Possibile Politica Pubblica è il grido del Poeta in un presente deforme, che con forza immaginifica tenta di ritrovare autenticità. Agli inizi del mio percorso, le sculture del MANN erano punti focali per la mia ricerca, oggi dialogo con la storia: ho creato opere che vivono in sintonia con lo spazio che le accoglie, che abbracciano il passato e innescano domande per modellare insieme un futuro equo e multinaturale».
Una mostra che costituisce una critica costruttiva della società presente in un’ottica in cui l’espressione artistica può, come ha fatto nel passato, essere un potente veicolo di cambiamento sociale, in una ricerca di significato nel dialogo costante fra il passato ed il presente per cercare di costruire un mondo migliore.
Guidati dalla frase di Pasolini, si passa dall’opera Canta Napoli in cui l’arte sonora napoletana diventa simbolo di una creatività culturale e politica che è elemento tipico della città, ad una stele recuperata da un monumento alla Resistenza in cui il cielo stellato di Napoli nel giorno del Solstizio di Estate rievoca un momento di transizione non solo astronomica, ma anche sociale e culturale, fino all’opera Non Tocca Terra la Parola , una grande installazione che è stata pensata per coronare Il supplizio di Dirce (Toro Farnese), celebre gruppo scultoreo ellenistico della collezione del MANN, in cui l’artista ha creato una serie di pennacchi leggeri con una base metallica a forma di dodecaedro, in cui la piuma leggera della parola e la base metallica pesante del dodecaedro assumono diversi significati simbolici, simbolismo che ritroviamo nell’opera Meravigliosamente nella stessa tempesta in cui si rappresenta l’aspetto caotico e multiforme della realtà.
Una mostra complessa, che utilizza diversi media di comunicazione, dove passato e presente dialogano, con un simbolismo importante che riporta l’arte ad un ruolo attivo nell’ambito di una società dove una “possibile politica pubblica” può partire dalla riscoperta di “Pier Paolo Pasolini”, da un pensiero libero, anticonformista, critico, come motore per capire ed affrontare, in modo consapevole e maturo, i cambiamenti della società italiana di oggi, persa fra “conformismo, edonismo ed immaturità politica”.
07.08.2021