Il diritto di essere bambini
Mi è risultato molto difficile rimanere indifferente a questa poesia:
“Dite: è faticoso frequentare i bambini.
Avete ragione. Poi aggiungete: perché bisogna mettersial loro livello, abbassarsi, inclinarsi, curvarsi, farsi piccoli.
Ora avete torto. Non è questo che più stanca.
È piuttosto il fatto di essere obbligati ad innalzarsi fino all’altezza dei loro sentimenti. Tirarsi, allungarsi, alzarsi sulla punta dei piedi. Per non ferirli”.
Janusz Korczak – “Quando ridiventerò bambino”
Una poesia di Janusz Korczak, medico, pedagogista, fondatore della “Casa degli orfani”, che nacque a Varsavia nel luglio 1878 e morì a Treblinka nel 1942.
Una poesia che ‘ci sta!’ a ridosso della Giornata Mondiale sui Diritti dell’Infanzia.
Come mamma, educatrice ed insegnante ogni anno, in occasione dell’evento, predispongo un’attività che faccia da lente di ingrandimento sul tema, che faccia da cassa di risonanza sull’importanza del ricordo e che lasci una ‘impronta di umanità’.
Mio figlio ed i miei alunni si chiedono perché, ancora oggi, tanti DIRITTI vengano negati/violati/calpestati sotto gli occhi di tutti.
Ho letto loro la storia di Malala Yousafzai, Premio Nobel per la Pace a soli 15 anni, (nell’anno 2014), vittima innocente del regime Talebano che negava il diritto all’istruzione delle donne, in Pakistan. Il 9 ottobre 2012 fu gravemente colpita alla testa da uomini armati saliti a bordo del pulmino scolastico su cui lei tornava a casa da scuola.
Non potevano credere alle loro orecchie…c’è un tempo (il nostro tempo) ed un luogo (la nostra Terra) in cui le femminucce non possono istruirsi?!?!
‘E perché?’ mi chiedono…
Beh, davvero difficile rispondere, davvero non lo so neanche io mamma, educatrice ed insegnante.
Nel mio cuore sento che c’è ancora molta strada da fare riguardo l’educazione e l’istruzione dei nostri figli ed alunni, uomini e donne di un domani più umano.
Quando studiavo per il Concorso a cattedra ricordo bene che le riflessioni pedagogiche dibattevano sulle famose ‘3 esse’:
SAPERE – SAPER FARE – SAPER ESSERE.
Il SAPERE rappresenta le COMPETENZE DI BASE (lettura, scrittura, linguaggio, matematica) e riguarda la conoscenza teorica.
Il SAPER FARE rappresenta le COMPETENZE SPECIFICHE o tecnico-professionali (parte operativa) e riguarda le abilità pratiche.
Il SAPER ESSERE rappresenta le COMPETENZE TRASVERSALI utilizzate in più ambiti (comunicare, parlare in pubblico, lavorare in gruppo, negoziare, ecc.) e riguarda la capacità di essere e quindi di conoscere bene se stessi, prima di tutto.
Il lavoro interiore è parte integrante del percorso di crescita dei bambini.
Sulla, cosiddetta, ‘sfera dell’essere’ occorrerebbe, a mio parere, fare un serio investimento, passando dal –fare didattica all’essere in didattica-, cioè entrando nella dimensione dell’essere con l’altro in didattica, agendo affinché ci sia, certamente, una trasmissione efficace di conoscenze ma soprattutto una condivisione di mondi interiori, di sentimenti, di emozioni, di idee, di paure, di sensibilità, di proposte, di difficoltà…
Mi spiego, immagino una lezione di Scienze, se parlo ai miei bimbi della Fotosintesi, ponendo attenzione sul ruolo delle radici che prendono acqua e sali minerali dal terreno, non posso non parlare del mio sentimento per la terra, del rispetto che ne deriva nel non buttare cartacce, lattine o cicche che ‘ammalano’ quella stessa terra che ci dona vita.
Se parlo ai miei bimbi della Storia della ‘grande migrazione’ (emigrazione dall’Italia meridionale verso gli Stati Uniti d’America e Brasile) non posso non accennare all’importanza della diversità come ricchezza e non posso non ricordare i flussi migratori, l’importanza dell’accoglienza, dell’ascolto e della mano tesa all’altro.
Accanto al sapere, al saper fare, al saper essere, attualmente si parla di SAPER DIVENIRE.
Non mi stancherò affinchè i miei bambini divengano consapevoli, giusti e leali, accoglienti ed aperti, rispettosi, amorevoli e che lascino la loro IMPRONTA DI UMANITA’!
E… forse, domani, tanti DIRITTI non saranno negati/violati/calpestati sotto gli occhi di tutti.