La Teoria della “complessità semplice” applicata al settore urbanistico: il Ponte Ecologico – Cascata Verde Speranza vince al PAN
La rinascita di Napoli necessita di una nuova forma mentis accompagnata da un nuovo modus operandi, che sappia unire alla profondità dello spirito filosofico greco ateniese la concretezza pragmatica dello spirito greco spartano, applicando lo spirito strategico e pratico tipico romano.
Chi scrive è parte del team interdisciplinare che ha vinto il Premio la Convivialità Urbana VIII Edizione Un ponte Verso il Futuro con il progetto Ponte Ecologico-Cascata Verde Speranza che costituisce un’applicazione in campo urbanistico della qui esposta “Teoria della complessità semplice” che mira a concretizzare le parole di Madre Teresa di Calcutta: tutto ciò che non mi serve è un peso.
Tale teoria nasce in ambito economico-giuridico, con lo scopo di risolvere a catena, cioè a cascata, i meccanismi complessi legati al fenomeno della globalizzazione in un’ ottica di difesa dell’ambiente come casa comune di tutti, superando il linguaggio divisivo che pone la domanda “vuoi fare il tuo interesse o quello del prossimo” generando una competitività atomista che ha distrutto il pianeta, e risolvendo il problema in applicazione e sviluppo del Teorema di Nash e del Dilemma del Prigioniero per cui la risposta è “posso fare il mio interesse prendendomi cura del prossimo” generando in tal senso un linguaggio che unisce nelle diversità, sulla base di una visione collaborativa in cui ci si prende cura gli uni degli altri valorizzando il bene comune, abbattendo la visione divisiva “noi/loro” con un gioco collaborativo win-win, in cui esiste un “noi”, esaltando l’unità nella diversità.
Si passa da un gioco competitivo con vincenti e perdenti ad un gioco collaborativo che conviene a tutti poiché tutti vincono. La teoria è stata applicata nel settore urbanistico poiché in esso è possibile visualizzarne in modo tangibile gli effetti, non solo in termini di ottimizzazione strutturale e funzionale, con flessibilità degli spazi, ma con un abbattimento a monte di tutti i costi, utilizzando un effetto a cascata che individua a monte, nella fase di ideazione del progetto, le cause dei potenziali problemi con i correlati effetti diretti, indiretti e mediati, e procedendo ad una operazione che si richiama alla scultura come tecnica che da forma non aggiungendo, ma togliendo tutto ciò che e dannoso ed inutile, per risparmiare ed investire in ciò che è utile, abbattendo costi e tempi di realizzazione, e proponendo una visione di gestione pubblica di tipo imprenditoriale degli spazi pubblici, che autofinanziandosi diventano non più un peso, ma un occasione di lavoro e creazione di opportunità in concreto per la collettività, in tal senso contrastando il degrado e l’abbandono creando quel legame concreto fra la cosa pubblica e il cittadino che la trasforma da “cosa di nessuno” in “luogo di occasioni concrete positive e propositive per tutti”, punto di riferimento vicino, territoriale ed aperto, volano economico, culturale e sociale creando una struttura strategica come moltiplicatore economico, culturale e sociale a basso costo economico ed ambientale.
Il progetto Ponte Ecologico – Cascata Verde Speranza applica la Teoria alla fase iniziale del progetto creativo levando tutto ciò che non è funzionale al perseguimento degli obiettivi (tutto ciò che non mi serve è un peso) con una risoluzione a monte dei problemi connessi in modo diretto, indiretto e mediato, creando una struttura spartana, pulita ed organizzata in modo strategico che, con il minimo dello sforzo economico massimizza il risultato in termini di efficacia, efficienza ed economicità.
Abbattendo a monte le strutture si abbattono i tempi ed i costi di realizzazione dell’opera pubblica, risparmiando il denaro pubblico verso strutture green funzionali che consentono, nella parte superiore del Ponte Ecologico – Cascata Verde Speranza, una effettiva socialità poiché le strutture, pensate ed attrezzate in modo flessibile e quindi predisposte ad accogliere manifestazioni variegate che attraggono il pubblico, con una gestione imprenditoriale della cosa comune che generi socialità reale, occasioni concrete e vicine (glocalizzazione) ed evitino l’abbandono ed il conseguente degrado del bene pubblico che nella percezione passa da bene di nessuno a bene di tutti.
In un’ottica green la parte inferiore del ponte diventa un’oasi faunistica dedicata ai volatili, con una passeggiata sotto il ponte che immerge il visitatore nel verde degli alberi popolati da uccelli con un recupero effettivo della flora e della fauna e dei connessi saperi, dando spazio a chi da sempre difende l’ambiente e quindi i diritti umani fondamentali.
In un’ottica di rinascita economica, sociale ed ambientale, la cascata verde speranza è formata da edera comune, un riferimento poetico alla lealtà e alla fedeltà nel linguaggio delle piante, che essendo rampicante e pendente, genera un effetto scenografico e paesaggistico di tipo artistico e pratico, poiché le bacche sfamano gli uccelli che hanno mangime, acqua pulita ed un riparo fra gli alberi ed in apposite casette di legno. I riferimenti filosofici, elemento tipico dell’animo partenopeo, riportano alla canzone di Gaber “La libertà” in cui la democrazia è tale quando vi è partecipazione, le riflessioni di Pasolini sui cambiamenti sociali, i giovani ed i contesti urbani e l’intervista di Enzo Biagi al Presidente Pertini che in un momento difficile per il paese indicò in modo giusto di reagire alle sfide del futuro: con il pessimismo della ragione e l’ottimismo della volontà.
Il nome del ponte pone come priorità la tutela dell’ambiente (Ponte Ecologico) e comunica artisticamente un messaggio utilizzando la figura della cascata, cioè dell’acqua (vita) in movimento (vita attiva, attivismo) verde speranza (simbolo cromatico di speranza e virtù teologale) senza la quale non è possibile immaginare il futuro. La cascata indica in particolare la meccanica della teoria che da un lato risolve a monte i problemi, con effetto a cascata, guadagnando tempo e risorse da reinvestire in strutture semplici nella loro complessità, flessibili, organizzate in modo strategico in modo da creare un moltiplicatore economico, sociale e culturale.
La cascata verde è non solo un’ idea che si concretizza in un progetto, ma una vera e propria visione basata sulla complessità semplice che risolve i problemi a monte (no nel mezzo o a valle), con un gioco win-win che fa contenti tutti poiché genera solo vantaggi per tutti, consentendo di sciogliere i nodi che aggrovigliano non solo Napoli ma l’intero pianeta. Quando un problema sembra irrisolvibile bisogna cercarne la fonte per poterlo risolvere a cascata.
Dato che il disastro ambientale globale genera le diseguaglianze di reddito con lesione dei diritti umani fondamentali e conseguente problema di gestione dei flussi migratori e guerre, in un meccanismo che si aggrava ciclicamente, in applicazione di tale teoria la soluzione è la glocalizzazione economica verde (lavoro in corso), di cui il Ponte Ecologico- cascata verde speranza costituisce un simbolo di speranza per Napoli, proponendo una visione green che esalta chi si prende cura del territorio, dell’ambiente, della collettività e che, essendo un gioco di tipo win-win, genera un flusso economico, sociale e culturale stabile e sul lungo termine che dimostra come la collaborazione conviene a tutti da ogni punto di vista: abbatte i costi, massimizza le rendite e le occasioni sul lungo termine diventando un propulsore territoriale a basso costo e massima rendita, e quindi un mezzo di contrato che modellando l’ambiente impatta sul territorio come mezzo di contrasto alla povertà, al degrado, al disagio esistenziale diffuso, un simbolo di bellezza che unisce, di concreta e costruttiva speranza, un ponte sul quale solo superando tutte le divisioni ed uscendo dall’atomismo sociale competitivo e passando ad un’ottica collaborativa, positiva e propositiva, e restando uniti nelle diversità, lavorando insieme e facendo fruttare i propri talenti su progetti positivi e propositivi, unitivi perché giusti in quando belli ed utili per tutti, si può costruire un futuro migliore, di vera pace.
08/06/2022