Abbracciare l’Ombra Junghiana: l’importanza delle vibrazioni positive
Vi è una scarsa consapevolezza dell’importanza dell’intelligenza emotiva, nonostante le neuroscienze abbiano dimostrato che il 99% del nostro comportamento sia determinato da quelle che il filosofo Blaise Pascal definiva come le ragioni del cuore: “il cuore ha delle ragioni che la ragione non conosce”. Scienza e fede quindi si conciliano nell’equilibrio olistico delle neuroscienze, che hanno scoperto l’importanza di rimuovere i blocchi mentali che sono il frutto dei nodi emotivi incorporati nei ricordi e collegati a passate versioni di noi stessi come schemi comportamentali che formano sia le nostre buone che cattive abitudini.
Quando una persona vive la vita in modo pessimista, vedendo sempre il bicchiere mezzo vuoto anziché mezzo pieno, si genera una alterazione della percezione della realtà. Oggettivamente il bicchiere è pieno/vuoto al 50%, ma ciò che conta veramente non è la realtà oggettiva, ma la percezione soggettiva che ne abbiamo, per cui dinanzi allo stesso mezzo bicchiere d’acqua avremo persone felicissime e grate di averlo, ed altre invece infelici. In poche parole, ricordando il Mito platonico della caverna, conta più la percezione della realtà che la realtà stessa.
Aggiungiamo che per motivi di evoluzione, il nostro subconscio, che funge da bodyguard della nostra persona, ha sviluppato un innato pessimismo che lo porta non solo a valutare maggiormente i dati negativi della realtà ma anche a pesare gli stessi in modo più rilevante rispetto ai dati positivi della realtà. Questo avviene a fini di prudenza, poiché nello stato di natura, l’uomo sviluppa paure come limiti che ottimizzano gli schematismi mentali al fine di sopravvivenza.
Nella società del consumismo, dove si generano bisogni inesistenti come domanda che crea mercato, con campagne pubblicitarie che fanno largo uso della psicologia, non solo viene minata l’autostima come base della personalità, ma la persona sviluppa paure, insicurezze, senso di inadeguatezza, cioè sviluppa dei nodi emotivi che se non vengono quotidianamente elaborati, nel silenzio della preghiera e della meditazione, vengono cristallizzati in ricordi che generano paradigmi subconsci come passate visioni di noi stessi che danno luogo ai blocchi mentali che condizionano il nostro presente. Per sciogliere i nodi emotivi è necessario pertanto rallentare, ascoltare in silenzio meditativo le proprie emozioni, comprenderle ed integrarle, cioè abbracciare la propria ombra, che altro non è che l’altro lato della nostra luce interiore.
La pratica della gratitudine aiuta a sviluppare questa capacità di sciogliere i nodi emotivi, insieme al perdono che costituisce un vero e proprio balsamo curativo dell’anima, poiché libera contemporaneamente sia la persona offesa, la cui rabbia si deposita nel subconscio sotto forma di rancore, ma libera contemporaneamente anche la persona che ha posto in essere l’offesa, poiché questa viene liberata dalla volontà di vendetta.
Fondamentale è non assorbire vibrazioni negative, che provengono dagli schermi, dai libri, e da qualsiasi oggetto che incorpora emozioni tristi e spaventose, poiché assorbire forme di linguaggio a vibrazione negativa, come ad esempio il Linguaggio della Piramide dell’Odio, porta le persone in uno stato di stress che diventa ansia che sfocia o in depressione delle persone più miti o in rabbia delle persone più reattive, generando una meccanica comportamentale che ho definito come quella di “agnelli indifesi e depressi sbranati da lupi feroci e rabbiosi”. Dovremmo iniziare a ripulire la nostra infosfera da tali vibrazioni negative che avvelenano il nostro modo di essere, portandoci non solo ad una vita infelice, ma potendo condurre a veri e propri processi di Deumanizzazione, in cui l’uomo viene svilito a numero, trattato come un oggetto, sfruttato come un animale, processi pericolosi poiché conducono a divisioni, scontri e guerre. Questo è il problema principale del linguaggio divisivo. Se vogliamo essere veramente fratelli tutti, dovremmo iniziare a regolare il nostro linguaggio in termini di maggiore gentilezza, ascolto e perdono, coltivando buone abitudini che coinvolgono non solo ciò che mangiamo con la bocca, ma anche ciò che mangiamo con tutti gli altri sensi, che sono porte dalle quali entrano le vibrazioni che ci condizionano nel bene e nel male.
Il settore dell’informazione dovrebbe avviare una seria riflessione su tali tematiche, cioè sull’importanza della propagazione di vibrazioni positive nell’infosfera, al fine di tutelare la salute, la felicità e la pace nel mondo, a vantaggio di tutti.